Rohan Dennis riappare dopo mesi di silenzio, dopo quel ritiro che tanto ha fatto discutere al Tour de France, e saluta il mondo dal gradino più alto del podio mondiale, riconfermandosi campione del mondo della cronometro al termine di una prestazione superlativa.
«Mi sono preparato da solo, ho lavorato con grande impegno soprattutto dal punto di vista mentale oltre che fisico. Non è stata la preparazione ideale, certamente mi è mancato il ritmo di corsa che pensavo di poter avere, ma ho preso subito un ottimo passo, al primo cronometraggio ero in vantaggio, quindi ho seguito il mio ritmo sulle salite. Il mio allenatore Brad MgGee in ammiraglia mi urlava nelle orecchie, mi ha aiutato molto in questo periodo e lo ha fatto anche oggi. È vero che non correvo da luglio, ma dopo quello che è successo al Tour sono riuscito concentrarmi su questa prova e a preparare l’appuntamento: si è fatto un gran parlare delle mie decisioni, ma oggi ho dimostrato che sono ancora qui e ho tanto da dare a questo sport. E questo risultato lo voglio condividere con le tante persone che mi sono sempre state vicino».
Per la cronaca, Dennis ha corso con una bicicletta anonima e non con la Merida del suo team. In testa non aveva nè casco nè occhiali Rudy Project, fornitore della squadra guidata da Brent Copeland, ma un casco di un altro brand. Fra l'altro tanto McGee quanto la moglie di Dennis erano nel parterre con in testa un cappellino con la scritta «Team Dennis». Aspettiamoci quindi nuovi sviluppi sulla querelle tra il corridore australiano e il Team Bahrain Merida, con il quale il campione del mondo ha ancora un anno di contratto.
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