Fabio JAKOBSEN. 10. Il 22enne campione d’Olanda vince la prima tappa in un grande giro. Che il ragazzo ci sapesse fare lo sapevamo, che riuscisse a farlo subito alla sua prima partecipazione di un certo livello non è da tutti.
Sam BENNETT. 8. C’è poco da dire: come per un attaccante che vede il pallone finire in pieno contro il palo. Lui perde, per un pelo.
Maximiliano RICHEZE. 9. Fa il vice Morkov, ma soprattutto fa Richeze. Prende e ti porta là, dove non puoi più sbagliare. Lui generalemente queste cose le fa benissimo e di giustezza.
Fernando GAVIRIA. 5. Saranno le botte, saranno le gambe, fatto sta che il corridore colombiano della UAE Emirates è la brutta copia di se stesso. Quest’anno proprio non va, e anche oggi arriva lì ad un passo dal colpo, ma a 50 metri smette di pedalare. Non è un bel vedere.
Edvald BOASSON HAGEN. 5. Uno del suo livello e del suo peso, in una Vuelta come questa, dovrebbe fare molto di più.
Rigoberto URAN. 5,5. Rigo cade, come al Tour. Come sono soliti dire gli ex corridori di quelli un po’ attempati, non è una bella cosa. Occhio Ciccio.
Steven KRUIJSWIJK. 5. Deve alzare bandiera bianca, livido di botte rimediate nella prima tappa. L’olandese era una delle spalle più preziose di Primoz Roglic e perderlo è chiaramente una brutta botta.
Jelle WALLAYS. 7. Pronti via e il 30enne corridore belga della Lotto Soudal se ne va all’attacco con il 26enne Jorge Cubero della Burgos-BH. Fuga senza speranza, anche se la speranza è l’ultima a morire, ma oggi rischiano solo loro due.
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