Vincenzo NIBALI. 10 +. Fa una cronoscalata, tutta d’un fiato. Affronta di petto e con il cuore l’ultima tappa alpina: o la va o la spacca. Ci aveva già provato in precedenza quattro volte, ci ha provato quest’ultima volta con una fame di vittoria pazzesca. Ci mette tutto se stesso, perché Vincenzo è da sempre un uomo tutto d’un pezzo, che non fa mai cose a metà, ma arriva sempre alla meta, toccando le corde del cuore: quello è da sempre il suo vero traguardo.
Alejandro VALVERDE. 8. Fa un Tour pazzesco, questo giovanotto di 39 anni, e finisce nella top ten, con un nono posto importante per la sua storia e per quella della sua squadra.
Mikel LANDA. 8. Non è stato brillantissimo, ma dopo il Giro, il basco nell’ultima tappa si porta a casa un podio che vale tantissimo.
Egan BERNAL. 10. Tranquillo, serafico, pacato: più che colombiano sembra già intriso di stile british. Che Dave Brailsford l’abbia scelto anche per questo? Io penso di sì: i campioni oltre alle gambe hanno di più.
Geraint THOMAS. 8. Avete visto, alla fine voleva anche tirare a Bernal un cazzotto, che poi si è ridotta a ridicola manata, che per quasi tutti è stata una innocente carezza. Ma avete visto come l’ha guardato? Con quel ghigno beffardo da autentica carogna, pronta a farlo cadere per terra. Questi due vedrete, sul podio di Parigi, si prenderanno a botte: non finisce lì. Statene pur certi.
Stefan KRUIJSWIJK. 7. Si mette lì, non molla la ruota di De Plus (voto 9) e alla fine si ritrova sul podio: avvertitelo.
Rigoberto URAN. 6,5. Forse il buon Rigo si aspettava qualcosa di più, ma alla fine va bene anche così.
Simon YATES. 5. Sgambetta borioso pronto a far saltare il banco. Vuole la terza tappa, alla fine salta lui.
Daniel MARTIN. 5. Anche oggi, con la libera uscita, non tiene il passo dei migliori. Perché al Tour puoi anche avere spazio, ma dopo devi essere bravo a proteggerlo, a difenderlo: chiedere a Nibali.
Romain BARDET. 6. Era venuto al Tour con ben altre ambizioni, con ben altri programmi, torna a casa con una maglietta a pallini rossi. Anche il bilancio però è di quel colore.
Fabio ARU. 6,5. Doveva fare un Tour di fatica, e in queste tre settimane ne accumula tanta, senza accumulare troppo ritardo. D’altronde era in anticipo con il recupero.
Julian ALAPHILIPPE. 7. Mi dovrei ripetere, e non lo faccio. Paga quello che era logico che pagasse molto prima di oggi, molto prima di ieri. In ogni caso domani a Parigi sarà festa, anche per lui. L’aveva detto, Julian. Tenete i soldi, non scommettere su una mia vittoria al Tour. Tenete i soldi, che comunque vada, noi a Parigi si fa festa. Héroïque !
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