Richard CARAPAZ. 9. Finirà che lo chiameremo Riccardo Carapazzo o Caparezza, come uno di noi, perché siamo pronti ad adottarlo, anche se lui è pronto a farci la festa.
Primoz ROGLIC. 8. Si porta dietro di tutto e di più: dai sospetti di un Paese che è attenzionato dall’Uci e non solo per questioni legate all’inchiesta austro-tedesca (Aderlass), alla frequenza delle sue pedalate. Qualunque cosa faccia, desta sospetto. Lo accusano anche di non sorridere molto: ma nelle sue condizioni voi ci riuscireste?
Vincenzo NIBALI. 8. Sono di parte, ma se non ci fosse lui con la sua condotta di corsa aggressiva e poco convenzionale ci sarebbe da tagliarsi le vene. Poi lo Squalo non è mai banale neanche nel dopocorsa, qualcosa s’inventa sempre. Speriamo che anche in questa ultima settimana abbia la forza di liberare la sua creatività.
Rafal MAJKA. 6. È sempre lì, 4°, mica 20°, ma è sempre lì al limite. Grande testa, ma per il momento le gambe non sono super. Però al polacco la classe non manca.
Mikel LANDA. 7,5. Il basco si trova tra i pedali sempre qualcuno. Spesso e volentieri suoi compagni di squadra. Adesso lassù in cima c’è Carapazzo, l’ecuadoriano di Spagna, e il basco deve controllare, controllarsi, trattenersi, far buon viso a… in attesa di cogliere l’attimo. Se mai ci sarà.
Bauke MOLLEMA. 6. Un tweet al veleno contro le moto della TV di Stato. «Sono molto felice che sia andata in porto la fuga di giornata – ha scritto l’olandese -, altrimenti il vincitore avrebbe dovuto portare i fiori alle moto Rai che sono rimaste per tutto il giorno a soli 10/30 metri davanti il gruppo. Veramente Uci questa è una gara di World Tour? O in Italia non ci si cura della sicurezza e del fair play?». Il voto è per la posizione in classifica (6°): il ragazzo c’è, ma può fare di più.
Jan POLANC. 7. Tiene nella top ten la sua UAE Emirates: dopo due giorni in rosa, lo sloveno è nel vivo della corsa, ma il difficile deve ancora arrivare.
Simon YATES. 6. È arrivato baldanzoso come pochi e ha subito preso un paio di tranvate che l’hanno rimesso nella cesta. Adesso, però, con le orecchie basse e le antenne dritte, prova a raddrizzare la classifica.
Pavel SIVAKOV. 7. Il pupo della Ineos ha fatto due terzi di Giro più che buoni. È lì, nono il classifica: meglio di tanti esperti faticatori.
Miguel Angel LOPEZ. 5,5. Tanta sfortuna, poi un pizzico di appannamento: è chiaro che il 10° posto nella generale non è cosa da lui. Per questo Superman dovrà fare un’ultima settimana super.
Ilnur ZAKARIN. 5,5. Per valutarlo bene bisognerebbe prendere i suoi tempi sempre in cima alle salite, evitando le discese. Per lui andrebbe istituita la velocità minima ogni volta che la strada scende.
Davide FORMOLO. 5,5. Davidino mi piace un sacco, ma fatica troppo, anche se non molla mai. Se si vuole spiegare ad un ragazzo cosa significhi resistere e stringere i denti, basterebbe fargli vedere un filmato di questo ragazzo della Valpolicella che è davvero una roccia. Ora però oltre che duro lo voglio resistente, resiliente e risalente: in classifica.
Giulio CICCONE. 7. Ha la maglia azzurra, ma da attaccante nato ne farà viola parecchi.
Arnaud DEMARE. 7. Ha da difendere la maglia dei velocisti in tappe a rischio tempo massimo. E il tempo non darà loro una mano.