Cesare BENEDETTI. 10 e lode. Una vita da gregario. Una vita per gli altri. Poche parole, anche se il 32enne trentino sa quattro lingue. Oggi è il suo giorno: coglie l’attimo e non se lo lascia sfuggire. È la festa di chi ha fatto della modestia una cifra distintiva. È la festa per i Bora, nata dalle ceneri della NettApp. Oggi, però, dovrebbero fare un esame di coscienza tutti quei team manager e procuratori o sedicenti tali, che questo ragazzo non l’hanno mai considerato. Fosse per loro, sarebbe diventato un disoccupato come tanti. Oggi dovrebbero perlomeno fargli una telefonata, se non proprio per chiedergli scusa, almeno per dirgli bravo. Meriti di essere dove sei.
Eros CAPECCHI. 8. Elegante e tenace, tosto e resistente, oggi a Eros manca solo la vittoria, per il resto non ha nulla di che rimproverarsi. Ha fatto tutto e bene, poi se c’è chi si guarda alle spalle…
Damiano CARUSO. 7. Lo lanciano all’attacco, lui ci va e ci resta. Fino alla fine. È secondo, ma contro Cesare oggi c’era ben poco da fare.
Edward DUNBAR. 7,5. Rientra come una saetta nel finale e coglie un buonissimo piazzamento. È terzo, ma ha tutto per scalare ancora qualche gradino. Tempo al tempo.
Gianluca BRAMBILLA. 6,5. Dopo la faticaccia che si è sobbarcato non posso certamente essere troppo carogna, ma oltre alla maglia azzurra Mediolanum di miglior scalatore, questa sera poteva avere anche un successo di tappa in più nel suo palmares. Nel finale si fa prendere dal tatticismo, e getta gran parte del lavoro alle ortiche.
Jan POLANC. 10. La sua UAE Emirates fa quello che è giusto fare in situazioni come questa. Hanno la maglia rosa? Loro mandano un uomo che sa pedalare in salita, che sa anche vincere, e che può eventualmente tenere in casa la preziosa maglietta. Tutto viene pianificato, tutto va come deve andare. Bravi tutti.
Matteo MONTAGUTI. 6,5. Entra nella fuga di giornata e fa giornata.
Francesco GAVAZZI. 6,5. Il valtellinese conferma una volta di più il livello ormai raggiunto dalla Androni Giocattoli Sidermec. Altro che fughe pubblicitarie, questi corrono per fare classifica: fanno tutti i giorni sul serio.
Manuel SENNI. 7. Il romagnolo della Bardiani CSF Inox, dopo quello che ha passato, torna a occupare le posizioni che gli competono.
Miguel Angel LOPEZ. 7,5. È l’Astana ragazzi, non c’è altro da aggiungere. Il tattico Martinelli, coadiuvato da Shefer e Zanini, non sbaglia una mossa. Manda il ragazzo a provare la febbre ai big, i quali vanno un po’ sotto stress.
Mikel LANDA. 7,5. Con Lopez inscena il blitz. Colpo secco e via pancia a terra. Qualcosa agli avversari mangia.
Rafal MAJKA. 6,5. Fa le prove, si mette in testa e si guarda in giro: alcuni non ci sono.
Primoz ROGLIC. 7. Non butta via una sola pedalata. Non è distratto, tutt’altro, ha solo deciso di non fare lo smargiasso e conservare un po’ di watt per i giorni a venire.
Vincenzo NIBALI. 6,5. Attento, attentissimo, reattivo come pochi. Osserva e prende nota.
Davide FORMOLO. 5. Prima tappa verità, e il veronese rimbalza.
Bob JUNGELS. 5. Non ha tirato una sola volata a Viviani per salvare la gamba. Sembra una barzelletta.
Mattia CATTANEO. 5. Paga il primo caldo, le prime salite: paga.
CUNEO-PINEROLO. 2. L’hanno pure chiamata Cuneo-Pinerolo, pensate il coraggio. Ma lasciamo perdere l’enfasi e la retorica che da sempre accompagnano la famosissima fuga del grande Fausto Coppi, che nel 1949 seppe vincere una tappa alla sua maniera, con una fuga folle, solitaria, superando cinque colli in sequenza, uno dopo l’altro: Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere. Oggi non si è corsa la Cuneo-Pinerolo, ma molto più semplicemente si è andati da Cuneo a Pinerolo: 158 km con un solo Gpm, Montoso. Punto. Basta. Non c’è altro. È una tappa vuota, priva di significati evocativi, perché dentro non c’è assolutamente nulla. È un autentico tarocco, una bufala, per dirla con i napoletani un pacco, doppio pacco e contropaccotto.