GATTI&MISFATTI. LA NOIA

GIRO D'ITALIA | 18/05/2019 | 18:16
di Cristiano Gatti

E per fortuna che arriva la cronometro di San Marino. Con tutto il rispetto per chi ha dovuto sciropparsela in bicicletta, nel complesso non si vedeva l’ora che questa prima settimana di Giro ci desse un taglio. So benissimo di bestemmiare in chiesa, ma fin qui il filo conduttore, il tema vero, il problema serio, ha un nome bruttissimo: noia.


Possiamo parlarne serenamente? E’ lecito sollevare qualche dubbio sulla formula dei primi otto giorni? Sfrondando i dettagli, dopo l’apertura di Bologna sostanzialmente restano nella memoria la tappa di Frascati, per una caduta che elimina Dumoulin, e il finale di Orbetello, per la contrastata retrocessione a mezzo Var di Viviani. A margine, l’ennesima secchiata di fango con gli effetti dell’inchiesta krukka sul doping, che provoca il fungo atomico soprattutto sul palco Rai, con la sospensione di Petacchi (pro-memoria per il direttore Bulbarelli: ha detto in diretta che il suo opinionista si sarebbe assentato “solo un paio di giorni, giusto il tempo di chiarire la vicenda”, tengo a precisare che i due giorni sono passati da un po’ e che di Petacchi non c’è più traccia).


Tornando al tema: tanto per essere chiari, sono comunque episodi più para-agonistici che agonistici in senso stretto. Poi ci sta la maglia rosa italiana di Conti, anche se sappiamo tutti quanti che comunque non è una maglia epica, conquistata con le imprese nei tapponi epici, ma sfruttando abilmente i giochini strategici tra i diversi big rimasti in gara. E se sembra che dica asinate, mi appello alla classifica generale: basta un’occhiata per capire cosa intendo dire.

Riassumendo: rivisto al Var, questo primo terzo di Giro 2019 denuncia un evidente deficit di faccende serie, sostanziali, decisive. Vere. La butto lì: dovendolo ridisegnare, ci starebbe alla perfezione una di quelle tappe montagnose del Sud, con un vulcano, o un Gran Sasso, o un Monte Sirino. Uno di quei test che certo non decidono il Giro, ma che mettono sempre in croce qualcuno con il semplice cambio di ritmo dopo la pianura, e che comunque servono a riqualificare la classifica.

Aggiungo: la noia finisce per avere devastanti effetti a catena. Questi della Rai, che concepiscono il ciclismo soltanto come fenomeno quantitativo (per la qualità ci risentiamo in un’altra vita), insistono imperturbabili ad affliggere la nazione con dirette che durano intere giornate, equamente suddivise tra Raisport e Raidue, per tappe che francamente meriterebbero soltanto la mezz’ora finale. Flessibilità, zero. Sinceramente: non so quanto bene faccia questo servizio mortifero, non so se davvero avvicini gente allo sport della bicicletta. Io ho il terrore che faccia da implacabile sfollagente, con nonnine abbioccate sul ferro da stiro e nipoti schiantati sui libri della maturità. Gli effetti collaterali sono tangibili nelle telecronache e nel Processo: per quanto De Luca stia reggendo alla grande il suo impegno di prima voce, non gli si può onestamente chiedere l’impossibile. Parlare per ore e ore sul nulla va oltre l’umano. Hai voglia di saccheggiare Wikipedia e l’enciclopedia geografica De Agostini: a un certo punto mancano le parole. Si arriva al punto di sperare che un cane, un cammello, un alligatore faccia irruzione in mezzo al gruppo per smuovere un minimo l’interesse. Ma sappiamo come funziona, nella vita: non si può sempre contare sull’affidabilità di cammelli e alligatori. Il più delle volte dormono pure loro.

Se non altro, finalmente lo strazio si chiude qui. A dio piacendo, suona la sveglia. A San Marino comincia il Giro e quanto meno cominceremo tutti a vederci chiaro. I big potranno anche provare a dirci ancora che il Giro comincia nella terza settimana. Ma voglio proprio vederli. Chi dorme oggi, persino oggi, si risveglia malissimo.

 

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COMMENTI
Arrivo
18 maggio 2019 18:35 cocco88
Un arrivo in salita nella prima settimana ci vuole ... sia per lo spettacolo è sia per eliminare lo stress nei finali di tappa dove venti squadre vogliono portare avanti pseudo-capitani ...si mette subito un po’ la classifica in chiaro e nn si rischia di perdere grandi nomi per cadute di gruppo

@ sig. Gatti
18 maggio 2019 18:55 max73
1. Le dirette RAI sono troppo noiose perché lunghe? Nessuno è costretto a vederle tutte dall'inizio alla fine; si è liberi di vedere solo gli ultimi KM.
2. E' vero e lo si sapeva; in questo giro manca una vera tappa appenninica di montagna… la prima vera tappa dura di montagna sarà venerdì prossimo… detto questo il bello del Giro è anche vedere un Conti in Rosa o un Masnada che vince un tappa.
3. Le tappe dure ci saranno e saranno tante nelle seconda parte di Giro. E poi tappe dure non significa per forza spettacolo; quello lo si può vedere anche nelle tappe intermedie; il problema è che quest'anno i big di classifica aspettano la crono e gli ultimi 10 giorni.
4. Noia e Giro d'Italia sono parole incompatibili; allora che dire del Tour de France. Il Ciclismo è bello anche in attesa di una volata comunque mai scontata (vedi oggi gran lavoro di Lotto Soudal per riprendere Ciccone & C)

per max73
18 maggio 2019 20:57 ConteGazza
ben detto su tutto. Il giro da Venerdì prossimo sarà talmente duro che voleranno le decine di minuti e lo squadrone Astana forse riuscirà anche a far vincere Lopez

RAI
18 maggio 2019 22:22 a01500
Caro Cristiano sei troppo cattivo con la Rai. Forse anche loro pensano come te che le tappe siano noiose e allora per tenerci concentrati ci lasciano nel dubbio se a condurre la discesa ai -6 sia Capecchi (Garzelli) o Serry (De Luca), ci fanno ridere chiedendo alla velocista Bastianelli se preferisce le volate o la salita, ci preannunciano l'intervista a Lappartient e poi non la traducono. Da sole queste chicche ci ripagano di ore di noia in diretta.

E Gatti lo scopre adesso?
18 maggio 2019 23:54 pickett
Il percorso lo si conosceva da ottobre.Se i giornalisti lo avessero criticato a dovere,magari ci sarebbe stato il tempo,per Vegni,di ravvedersi e modificarlo,come é avvenuto spesso in passato,ovviamente mantenendo invariate le località di partenza e d'arrivo.Si poteva tranquillamente inserire il Terminillo,ad esempio.Nella tappa dell'Aquila,poi,ci sarebbe stato l'imbarazzo della scelta tra le tante salite abruzzesi.La prossima volta,Gatti,si svegli prima...

max 73
19 maggio 2019 10:23 siluro1946
Dovrei fare il copia incolla di quanto ha scritto. Il dottor Gatti al pari dei telecronisti Rai deve riempire gli spazi, anche quando non ha nulla da dire.

mah
19 maggio 2019 15:14 AleC
Come ha scritto qualcuno, la diretta RAI non è obbligatorio seguirla.
Dire che bisognerebbe dare solo l'ultima mezz'ora è un'affermazione di tale ignoranza ciclistica che farò finta che non l'abbia scritta Cristiano Gatti, ma l'abbia detta qualcuno al bar sport (luogo dov'è notoriamente presente un solo sport, e non è il ciclismo).
Su questa prima metà di Giro, concordo con lei: ci voleva un arrivetto in salita, uno solo, appunto come scrive qualcuno per evitare che 10 squadre tengano in testa un improbabile capitano da GC. Forse è stata una scelta cinica del Giro: negli ultimi anni il parco velocisti si era assottigliato, quest'anno c'è un parterre des rois ad ogni volata.
Da giovedì si inizia con i fuochi d'artificio e quando vedremo un vincitore con 4' sul secondo, ci dimenticheremo di questa stucchevole GC dei primi 10 giorni.

per Max 73
19 maggio 2019 15:26 canepari
Caro Max, perchè non dici anche a Gatti, come hai scirtto a me, di GUARDARE IL CALCIO? Perchè non gli dici che fa il TIPICO COMMENTO DI CHI SEGUE IL CICLISMO SOLO PER TRE SETTIMANE L'ANNO??? Canepari è stato mazziato con spocchia.... Mazziare Gatti è un po' difficile.

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