Jakob FUGLSANG. 10 e lode. Li ha messi tutti a sedere, per poter poi saltare di gioia. Era l’uomo più atteso assieme a Julian Alaphilippe, anche se il danese dell’Astana sapeva perfettamente che avrebbe dovuto dar fondo a tutte le proprie riserve energetiche per arrivare da solo. Troppe volte ha dovuto pagare dazio in volata. Troppe volte Julian ha fatto valere il suo spunto veloce. Mercoledì scorso sul Muro di Huy il transalpino ha fatto valere più la testa che le gambe. Jakob si vedeva che aveva una marcia in più. Lo si era visto anche all’Amstel. Oggi li ha messi a sedere tutti, e si è andato a prendere la scena tutta per se. L’abbiamo visto bene tutti. Solo, senza nessuno a fargli ombra.
Davide FORMOLO. 9. Se lo vedi ti viene voglia di andare con lui al bar, a divertirsi e fare quattro chiacchiere. Con quel suo volto da ragazzino imberbe gli daresti un invito per una festa, non per fare il corridore, invece in bicicletta è tosto come pochi. Aveva fatto vedere di essere in palla già all’Amstel, quando si è messo a disposizione della squadra. Oggi era il suo giorno, ma coincide con quello di Fuglsang, ma anche un secondo posto può dire tante cose. E questo ragazzo, simpatico, genuino e forte come pochi, di cose ne ha da dire ancora parecchie. Festeggi, si faccia un'ombra.
Maximilian SCHACHMANN. 7. Non è brillantissimo ma, alla fine con il carattere e la determinazione, ottiene un podio più che apprezzabile.
Adam YATES. 6,5. Doveva esserci e c’è, ma non come avrebbe potuto su un tracciato del genere.
Michael WOODS. 6,5. Il canadese c’è sempre, anche se non è brillante come in altre occasioni.
David GAUDU. 7,5. Il francesino cresce e prende le misure. Fiuta l’aria, delle grandi classiche e delle classifiche più alte.
Mikel LANDA. 6,5. Rincorre, cuce e medica. Addomestica una corsa che gli era sfuggita di mano.
Vincenzo NIBALI. 7. Non è ancora al top, ma è sempre il top. Cosa possiamo aggiungere per un corridore di questa caratura? Che Dio ce lo conservi a lungo.
Dylan TEUNS. 6. L’uomo delle classiche arriva con la lingua lunga e la gambetta corta.
Michal KWIATKOWSKI. 5. Corsa anonima, per una campagna del nord non degna di lui.
Julian ALAPHILIPPE. 4. È il vero sconfitto di giornata, ma ci sta: alla fine anche lui è un uomo, e dopo tanto battagliare arriva un po’ stanchino.
Alejandro VALVERDE. 4. Una brutta primavera per l’immenso corridore murciano che con la maglia iridata sta vivendo il suo autunno agonistico. Aveva la possibilità quest’oggi di centrare il pokerissimo di Eddy Merckx. Anche per gli Immensi diventa difficile eguagliare gli Inarrivabili.
Team SKY. 10. Escono di scena dopo dieci anni di successi in ogni angolo del mondo. Scrivono pagine di storia del ciclismo che resteranno lì per chi un giorno si chiederà: chiedimi chi è stata la Sky. Il gruppo di Chris Froome e Geraint Thomas andrà avanti con gli stessi interpreti, ma un nuovo sponsor. Esce Sky entra Ineos, multinazionale petrolchimica di Jim Ratcliffe, che è considerato l’uomo britannico più ricco con un patrimonio di 21 miliardi di sterline (24 miliardi di euro). Ineos diventerà proprietaria di Tour Racing Limited (la holding del team) dal 1 ° maggio. La prima corsa con la nuova maglia sarà il Tour dello Yorkshire che prenderà il via da Doncaster il 2 maggio. Buon viaggio.
Andrea PASQUALON. 7. Il ragazzo della Wanty-Gobert si butta nella prima vera fuga di giornata, e fa quello che può. Fa quello che deve. Via a tutta con Julien Bernard (Trek-Segafredo), Tobias Ludvigsson (Groupama-FDJ), Jérémy Maison (Arkéa-Samsic), Kevin Deltombe (Sport Vlaanderen Baloise) e Mathijs Paaschens (Wallonie Bruxelles), poi la corsa entra nel vivo e loro, dopo una giornata da tregenda (4° la temperatura), ne escono morti.
Daniel MARTIN. 4. Era uno degli uomini più attesi della UAE Emirates, anche se alla Doyenne ci era arrivato in non buonissime condizioni. Uomo adattissimo a questo tipo di corsa, ma oggi non è proprio giornata.
Julien BERNARD. 7. È lui a scollinare per primo sullo Stockeau, all’ombra del monumento dedicato a Eddy Merckx. Si sarà fatto un selfie?