Non è mai stato un semplice direttore sportivo e nemmeno un team manager normale, ma un fratello, un padre e un punto di riferimento in più. Stefano Giuliani è uomo di ammiraglia. Da tanti anni, dopo una vita passata in bicicletta, tutta all’attacco e con il vento in faccia, parla con la passione di chi non si è ancora stufato di stare fuori al finestrino.
Adesso rigenera ragazzi che secondo lui qualcosa hanno ancora da dire in questo sport. «Stacchiotti è uno di questi – racconta a tuttobiciweb il tecnico abruzzese -. Ha bisogno di sentirsi importante, di crescere senza stress, di sbagliare quando è giusto sbagliare, senza farne però dei drammi. Io i ragazzi non li stresso, non mi è mai piaciuto. Ogni tanto li richiamo all’ordine, questo sì, ma cerco sempre di non mortificarli. Dagli errori si deve capire come non si deve fare: guai però fare processi. I ragazzi qui alla Giotti Victoria Palomar hanno una nuova possibilità e io sogno di poter dare loro l’occasione per poter tornare nella serie maggiore».
In verità anche Stefano Giuliani spera e sogna di fare una squadra più grande, più ambiziosa, ma lui si dice contento anche così. «Ho sempre scelto la politica dei piccoli passi, e se avrò fortuna, forse un giorno potrò tornare ad avere un team ancora più grande – spiega -. Ma per adesso va bene anche così. Al mio fianco ho una famiglia: i fratelli Giotti (Lorenzo e Federico), che conosco dai tempi della Mobilvetta. Oggi hanno la Giotti Victoria, che è specializzata in veicoli commerciali leggeri, e la Palomar, azienda sempre loro, che fa rivestimenti per ufficio. Sono amici appassionati che vogliono bene al ciclismo, ma soprattutto ai ragazzi che fanno ciclismo. Riccardo Stacchiotti ci sta dando grandi soddisfazioni, la vittoria nella prima tappa del rinato Giro di Sicilia per noi vale oro: è il massimo che potevamo ottenere. Eravamo già tutti felici del 2° posto di tappa alla Coppi & Bartali, o del quarto ottenuto in Croazia. Insomma, il ragazzo c’è e in questi anni è cresciuto tantissimo. Non è un campione, ma si sta dimostrando un ottimo corridore. Se crede in se stesso, come sta dimostrando, è chiaro che farà il salto di categoria e io sarò il primo a rallegrarmene. È con me da sette anni, da quando lo avevo alla Vini Fantini under 23. Mi dissero: guarda è veloce, ma ama andare in discoteca. Bene, lo prendo! ho detto. Oggi in discoteca ci va di rado, ma è un corridore: su questo non ci sono dubbi».
Parla dei suoi ragazzi come se fossero figli, con la ferma volontà di fare il loro bene. «Sterbini deve credere più in se stesso, ma ha tutto per tirare fuori tutto il suo talento. E poi c’è Zurlo. Federico viene da stagioni molto sfortunate e complicate, va forte forte, ma gli manca un pizzico di sicurezza. Entrambi avrebbero bisogno di un risultato per fare il salto di qualità e spiccare il volo: sono certo che presto arriverà».
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