Un incontro che ha fatto piacere a tutti e che a tutti ha strappato un sorriso. Ieri a Ponte Freddana, alla partenza della Coppa Cei per Esordienti, c'era un signore con la mascherina sul voto che dava consigli ad uno dei ragazzi, fino all'utimo, fino allo start. Quel signore è Cesare Cipollini e la mascherina è quella che deve indossare, per evitare contagi e agenti patogeni, chi ha subito un trapianto di cuore.
A un mese dall'intervento, infatti, Cesare Cipollini è tornato a casa e alle corse, per seguire suo figlio Edoardo, che per la cronaca ieri è arrivato secondo.
«Un mese fa ero morto, ora sono un uomo con davanti la vita, tanta vita - ha spiegato Cesare al collega Pietro Ceccatelli de La Nazione -. So che la persona che mi ha donato il cuore aveva trentott’anni e che praticava il mio stesso sport. Forse come amatore. Di certo, era appassionato. Di più non mi hanno detto, ma ora sono certo di conoscerlo perfettamente. Mi sono creato la sua figura, la sua immagine. Lo penso in ogni momento. Prego per lui, per i suoi cari che non conoscerò mai e che ringrazio per avere compiuto il gesto. Spero un giorno di incontrarlo. Sono sicuro che succederà».
E ancora: «Ringrazio il chirurgo che mi ha operato, Sofia Martin Suarez. Veniva ogni giorno a trovarmi, in ospedale. Vuole visitarmi di persona ogni volta che ci torno. Straordinaria, lei e il personale. Se sono vivo, lo devo al donatore e a lei. Purtroppo, non ho potuto ricambiare tutto quello che mi ha dato. Avrei voluto che Mario venisse a trovarmi, per regalare loro una foto o un autografo, invece così non è stato. A darmi forza sono stati il sorriso di Monica, la mia compagna, la vicinanza dei miei figli Francesco di 39 anni e Cecilia di 34, mamma di Ginevra, di cui sono nonno. Poi, i messaggi e le visite degli amici, di vecchi uomini di ciclismo come Primo Franchini. E Ivano Fanini, non manca mai. È’ stato bellissimo ritrovare il futuro. Vivevo in un presente infinito, non programmavo neanche per l’ora dopo. Adesso il futuro c'è, e c'è Edoardo da seguire, nel ciclismo e nella vita».