SI È SPENTO DAVIDE FARAONI

LUTTO | 06/03/2019 | 07:42
di Antonio Mannori

Nove lunghi anni a combattere con il male che alla fine ha ancora una volta vinto. Non ce l’ha fatta Davide Faraoni; a soli 51 anni ha lasciato per sempre il padre Carlo e la madre Luciana Gradassi consigliere del Comitato Regionale Toscana di ciclismo, la moglie Giusy, i due figli Valentina e Mattia. A Montecalvoli ai piedi della collina di Santa Maria a Monte in provincia di Pisa, lo conoscevano tutti. Imprenditore, titolare della Lamine Srl, gentile, garbato ed onesto, era stato sempre vicino ad Associazioni e organizzazioni, perché amava la solidarietà. Aveva corso in bici dai giovanissimi fino ai dilettanti, indossando la maglia biancoverde della sua azienda Marco Lamine. Nel 2010 l’insorgere del male l’inizio di una sfida conclusasi martedì 5 marzo.


Una vita dedicata alla famiglia, al lavoro nel settore calzaturiero, oltre alla grande passione per la bicicletta.  La salma di Davide Faraoni si trova esposta presso la cappellina della Misericordia di Montecalvoli, mentre i funerali si svolgeranno giovedì mattina 7 marzo alle 9,30 partendo da Piazza della Vittoria a Santa Maria a Monte. Ai genitori Carlo e Luciana affranti da un grande dolore, ai familiari giungano le espressioni del più profondo cordoglio da parte di tutto il ciclismo toscano e nazionale.


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COMMENTI
Carlo e Luciana, sentite condoglianze
6 marzo 2019 22:54 Melampo
Oggi, purtroppo anche su questo sito, si commentano le notizie del ciclismo solo se parlano di doping.

Io invece voglio esprimere il mio più profondo cordoglio, fare le più sentite condoglianze a Carlo ed a Luciana, amici di lunga data, protagonisti di un ciclismo che ora purtroppo non esiste più, ma proprio per questo interpreti di una storia ancora vera nel mondo delle due ruote, che invece sarebbe bene recuperare appieno. Nel momento dell'estremo dolore per due persone che si possono a tutti gli effetti definire "Monumenti" di questo splendido e magnifico sport, mi sento di mandargli un grande abbraccio, sperando che il ricordo di un figlio come Davide li possa far essere, se possibile, ancor più orgogliosi di quello che hanno fatto e di quello che hanno dato alla loro famiglia, ai loro cari, al nostro movimento.

Mi immagino che i più giovani non sapranno, non capiranno, ma se rimarranno nel mondo del ciclismo, con il tempo capiranno e mi apprezzeranno.

Di nuovo, un grande abbraccio, e sentire condoglianze.

Serafino Cappelli

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