Letizia va veloce, ma questa non è più una novità. Strada o pista che sia, il 2019 di Letizia Paternoster è iniziato con il solito comun denominatore, la vittoria. A soli 19 anni (è nata il 22 luglio del 1999) l’atleta trentina delle Fiamme Azzurre e della Trek Segafredo è senza dubbio alcuno l’astro nascente del ciclismo mondiale.
Questa volta però non vogliamo raccontarvi di lei ma di un progetto che ruota attorno a lei (e non solo): diciamo che proviamo a far giocare Letizia nel ruolo di modella, certi che non le dispiacerà, visto che la moda è uno dei suoi grandi amori.
Far da modella per un articolo non è certo usuale, ma il ruolo calza a pennello per Letizia quando si vuol raccontare la nuova proposta di Hero Sport Management. Una società, ma soprattutto un nuovo modo di pensare il ciclismo e la comunicazione a 360 gradi, con nuove competenze e altissimi livelli di professionalità.
«Hero Sport Management - ci spiega Fabio Perego, amministratore unico della società - è una sorta di contenitore ispirato al concetto degli studi associati nel quale confluiscono l’esperienza manageriale del sottoscritto, l’esperienza legale che assicura lo studio dell’avvocato Michele Re, specializzato in diritto sportivo, e quella nel campo della comunicazione affidata alla Vitesse di Maurizio e David Evangelista. Unendo le forze e soprattutto occupandoci ognuno del proprio settore, possiamo offrire a Letizia una consulenza al 100 per 100, permettendole di concentrarsi solo e soltanto sulla sua sua attività, sugli allenamenti e sulle corse. Siamo convinti di aver composto un mosaico che altrove non si trova».
Entriamo nel dettaglio “sfruttando” proprio il caso di Letizia.
«Lei in questo momento è l’astro nascente del movimento, riceve proposte e offerte di tipo svariato che possono anche creare confusione in una ragazza tanto giovane che, per entusiasmo, è portata a non dire mai di no, anche a discapito della sua attività. Il nostro obiettivo comune è quello di aiutarla a crescere nello sport e non solo. Non a caso lo slogan di Hero Sport Management è “Good in sport, better in life”. Dal punto di vista contrattuale, stiamo lavorando a progetti già siglati, come quelli che la vedono impegnata con Melinda e con Trentino, e ad altri in via di definizione, primo fra tutti quello con Technogym in vista di Tokyo 2020. Ma per dare il polso di quale sia la popolarità di Letizia oggi, pensate che il Coni le ha chiesto di fare da testimonial, insieme ad altri giovani talenti, alla campagna #Tifiamo Europa per promuovere il tifo corretto in vista dei prossimi campionati europei Under 21 di calcio».
Per una campionessa tanto giovane il discorso comunicazione diventa centrale e su questo punto abbiamo sollecitato David Evangelista, Head of Communication di Vitesse: «Un talento in piena esplosione com’è Letizia ha bisogno di essere aiutata anche in questo campo, il che non significa certo toglierle la libertà o imporle censure, quanto costruire insieme a lei una nuova consapevolezza di cosa vuol dire comunicare, di qual è il corretto uso dello strumento social e molto altro. Si tratta di un monitoraggio quotidiano da parte nostra, di un impegno costante al servizio della persona che è al centro del progetto Hero. Noi vogliamo offrire agli assistiti i presupposti per una carriera e una vita - non solo ciclistica - improntate su valori importanti».
Fino ad ora abbiamo parlato di Letizia Paternoster, ma quali altri atleti avete in scuderia?
«Pochi, in realtà, perché non ci interessano i numeri quanto la qualità del servizio offerto ai ragazzi - spiega Fabio Perego -. Lavoriamo ad ampio spettro, tenendo un occhio attento alle varie discipline. Se Letizia è il nostro volto di riferimento in ambito femminile, fra i professionisti al maschile puntiamo su Giacomo Nizzolo, che con noi tutti ha un rapporto consolidato, nato prima ancora di Hero. In un certo senso, lavorando con Giacomo abbiamo dato forma all’idea che poi si è evoluta nel progetto Hero».
L’esordio ufficiale di Hero Sport Management, intanto, non è avvenuto al fianco di un atleta ma di un evento che ha saputo fondere storia e solidarietà, come la creazione della Fondazione Molteni.
«Quando Mario Molteni ci ha contattato, abbiamo capito che non poteva esserci occasione migliore per la nostra società, perché i valori proposti dalla Fondazione, che si ripromette di aiutare ex ciclisti in difficoltà, rappresentano alla perfezione la mission di questo progetto. Una squadra variegata e al tempo stesso unita che vuol lavorare per trasmettere questi valori e per aiutare i propri atleti a far bene nello sport e meglio ancora nella vita. Good in sport, better in life, appunto...».
Letizia intanto sorride, ha seguito tutta l’intervista con attenzione ed è arrivato il momento di liberarla dal suo ruolo di modella. C’è la sua Trek che la aspetta, per volare sempre più in alto.
da tuttoBICI di febbraio
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