Ha porte romane e chiese bizantine, cascate di origine vulcanica e un parco nazionale dove si fa rafting, spiagge mozzafiato e siti archeologici. E ha anche un appuntamento di ciclismo, che abbraccia porte e chiese, sfiora cascate e spiagge, attraversa parchi e villaggi. Quattro tappe, poco più di 500 chilometri che collegano i tesori locali, 148 corridori di 28 squadre. E’ la seconda edizione del Tour of Antalya, in Turchia, categoria 2.2.
Si comincia domani con la Koprulu Canyon-Antalya, 141 km con un gpm di terza categoria a metà tappa; venerdì si corre la Antalya-Antalya, 111 km, piatta; sabato la Perge-Termessos, 91,8 km con arrivo in salita su un gpm di prima categoria; domenica si chiude con la Side-Antalya, 157 km con un gpm di terza categoria poco dopo la metà del percorso.
Lo scorso anno il Tour of Antalya rivelò il talento di Matteo Moschetti, vincitore della prima e della quarta tappa. Quest’anno propone due squadre italiane, la Nippo-Vini Fantini-Faizané e il Team Named Rocket, con 12 corridori italiani. Nella prima corrono Damiano Cima e Giovanni Lonardi (non Filippo Zaccanti, che si è fratturato un polso al Laigueglia, 30 giorni di stop); nella seconda Pier Elis Belletta, Andrea e Davide Colnaghi, Ivan Mirri e Kevin Molinari, oltre al marocchino-bresciano Ahmed Amine Galdoune. Inoltre ci sono Riccardo Minali (nella Israel Cycling Academy), Antonio Santoro (nella Monkey Town) e Nicolas Dalla Valle (nella Tirol KTM).
Tra gli altri, i fiamminghi Stijn Devolder, 39 anni e due vittoriosi Giri delle Fiandre (2008 e 2009) e l’eclettico Mathieu Van der Poel, 23 anni, figlio (di Adri) e nipote (di Raymond Poulidor) d’arte, e due protagonisti della stagione 2018 fra gli Under 23, l’inglese Mark Donovan, 19 anni (quarto al Giro e vincitore di una tappa al Valle d’Aosta), e il kazako Ivan Pronskiy, 20 anni (primo nella classifica generale e in quella a punti e vincitore di una tappa al Valle d’Aosta).
Ci saremo anche noi.
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