Francesco Manuel Bongiorno torna a correre tra i professionisti. Dopo aver appeso la bici al chiodo alla fine del 2017, il corridore ha firmato un contratto che lo legherà per il 2019 alla Neri Sottoli-Selle Italia-KTM, nuova denominazione della formazione di Angelo Citracca. Nel corso dell’intervista rilasciata ai microfoni della trasmissione radiofonica “Ultimo Chilometro”, Bongiorno racconta così il suo 2018, trascorso lontano dalle corse ma non dal ciclismo: «Al termine del 2017 stavo portando avanti delle trattative con alcune squadre, ma non erano sono a buon fine, quindi ho deciso di smettere. Ho ricominciato con una nuova vita, ho fatto un corso di specializzazione in una scuola di alta cucina e dopo un paio di mesi ho trovato un posto di lavoro in un ristorante che era aperto solo la sera. Ero soddisfatto del mio lavoro, poi dopo 3-4 mesi di inattività ho ricominciato a pedalare per il semplice gusto di farlo. Mi sono accorto che avevo ancora un buon livello nonostante qualche chilo di troppo, e così, uscita dopo uscita, mi sono reso conto che dovevo rimettermi in gioco. Ho quindi ricominciato ad allenarmi come un professionista. Uscivo in bici dalle 8 alle 14, mi riposavo un’ora e poi andavo a lavorare dalle 16 fino all’una di notte. Mi sono reso conto che volevo tornare a fare la professione che ho amato fin da quando ero bambino, e in questo devo ringraziare la mia ragazza e i miei genitori che mi sono stati vicino».
«Quello alla Sangemini è stato un anno molto sfortunato - spiega Bongiorno, passato professionista nel 2013 con la Bardiani-CSF - questo nostro ciclismo è frenetico, bisogna sempre dimostrare, e purtroppo molti risultati non sono arrivati. Però mi ritengo fortunato, perché durante questo anno lontano dalle corse mi sono reso conto di quale sia la vita reale, e di quanto io sia fortunato a fare il lavoro del corridore, quindi sono entusiasta di ricominciare, e soprattutto ho un approccio migliore, una mentalità diversa per non ripetere gli errori del passato. L’anno alla Sangemini è stato abbastanza duro, sono entrato a calendario inoltrato e la squadra non poteva pagarmi uno stipendio, quindi ho deciso di fare un sacrificio. Non è stato facile affrontare la stagione. In una formazione di categoria Continental ci si scontra con realtà nettamente più grandi della nostra, ed era davvero difficile affrontare questa situazione a livello mentale. Vedevo tutto nero, e ho imparato che la negatività porta altra negatività. Ho avuto un approccio sbagliato ed è andata come è andata».
Bongiorno spiega di essere stato troppo esigente dopo il primo anno da professionista: «Nei miei primi anni, forse sulla scia dell’entusiasmo, andava sempre tutto bene a livello di risultati, poi il mio errore è stato quello di essere troppo ambizioso. Ero troppo duro con me stesso, quindi quando vedevo che le cose non andavano bene mi autopunivo perché credevo di non essere all’altezza. Quando le cose non andavano bene al 100%, invece, vedevo solo il lato negativo e non quello positivo. Poi ci sono state altre cose che hanno influenzato la mia vita e il tutto è sfociato in problemi alimentari. Ero all’ultimo anno con la Bardiani-CSF e il mio fisico ne ha risentito moltissimo, non ci capivo più nulla».
«Lungo il mio percorso di crescita ho trovato un grande amico come Giovanni Visconti - conclude Bongiorno - con lui c’è sempre stata una grande amicizia, fin da quando era alla Movistar. Durante questo anno di inattività ho iniziato ad allenarmi insieme a lui, mi ha aiutato a migliorare e a scoprire dei lati atletici e mentali che non pensavo di avere. Mi ha messo in contatto con Angelo Citracca, che mi ha dato fiducia, e gliene sono debitore, perché non ha solo contribuito a farmi andare avanti nella mia carriera, ma ha anche contribuito a far rinascere una persona. Ora Giovanni è anche il mio capitano, quindi è una situazione perfetta per me. Inizierò a gareggiare alla Vuelta San Juan, in Argentina, e poi affronterò il Trofeo Laigueglia. In seguito, decideremo il calendario in base agli inviti che riceveremo».