L'ORA DEL PASTO. 100 GIORNI SENZA VULCANO

STORIA | 03/12/2018 | 07:57
di Marco Pastonesi

Era Vulcano, il dio del fuoco. Ma era il Vulcano, il dio del fuoco, delle biciclette. Saldava otto tubi e creava telai, saldava e così li salvava, li salpava, infine li salutava, consegnandoli alla vita.


Cento giorni fa, a 62 anni, moriva Dario Pegoretti. Lo chiamavano guru, artista, creatore, re, aggiungiamoci Vulcano o dio del fuoco, lui non si definiva neppure telaista, ma semplicemente metalmeccanico. In un cassetto ritrovo gli appunti di una chiacchierata del 2017. I cassetti sono un limbo e gli appunti vi ingialliscono come anime in pena.


Pegoretti accennava alle sue corse (“Fra gli juniores, niente di che”), ricordava il suo praticantato (“Quando mi trasferii da Trento a Verona, il direttore sportivo era un telaista, mi disse se volessi passare un po’ di tempo in officina per dare una mano, gli risposi di sì perché pensavo che due lire mi facessero comodo il sabato sera”), raccontava la sua vocazione (“Dopo sei mesi ero dentro, e dentro ci sono da più di 40 anni”), rivelava la sua modestia (“Non avevo passione per la meccanica, portavo solo ruote da centrare”).

Pegoretti spiegava il suo lavoro (“Carpenteria leggera, più semplice di quello che si possa immaginare”), la sua filosofia (“Due passaggi fondamentali: la tecnica, e ci vogliono anni, e lo sviluppo di una idea telaistica, e qui a volte gli anni non bastano”), il suo obiettivo (“Che sia tuo, che sia riconoscibile”), la sua concezione (“Come un grande sarto, che confeziona abiti su misura”), la sua esperienza (“Aver visto tanti corridori, averli potuti comparare, qui servono misure e poi geometrie, interpretando anche a seconda dell’età, dell’uso, dell’anima”), il suo principio (“Non esistono regole scritte”, “Bisogna saper misurare, valutare, interpretare”, “Bisogna anche saper prendere i giusti rischi”).

Pegoretti raccontava dei materiali (“I materiali non sono tutto, anzi, non sono neppure la parte più importante di un progetto”), dell’acciaio (“Lo preferisco perché ci sono nato insieme, lo conosco abbastanza bene, ma non ancora completamente”), dell’anima dell’acciaio (“Il suo odore, che cambia a seconda del tempo, del lavoro, dello stress cui viene sottoposto. La sua mobilità, perché l’acciaio si muove. La sua sincerità, perché non ti tradisce. E la sua storia, perché l’acciaio ha fatto la storia del made in Italy”).

Pegoretti ricordava gli insegnamenti del suocero Gino Milani (“Mi diceva, in dialetto: ‘Su quella cosa ci monta un cristiano’, e si raccomandava, sempre in dialetto: ‘Falla bene, perché ci si può fare male’”), indirettamente anche i suoi insegnamenti (“Rigore, severità, precisione”), le sue convinzioni (“Le mani, non c’è nulla in natura così perfetto come le mani, sono un’estensione della mente”), le sue teorie (“Il problema del peso è un falso problema”), e ribadiva la centralità della bici (“La bici al centro della mobilità urbana sostenibile. Le città devono costruirsi una rete viabile nei percorsi casa-lavoro, casa-caffè, casa-scuola. Più salute e meno spesa”.

Pegoretti confidava anche gli ordini di qualche cliente speciale. Marco Pantani: “Lo incontrai tre volte, ma nel periodo in cui lavoravo da terzista, mi sembrava molto solo anche se circondato da una corte, appariva confuso, poco sicuro, cambiava misure in modo radicale, due centimetri di più o di meno nello spazio di 20 giorni”. Miguel Indurain: “Cambiamenti zero, sapeva esattamente quello che voleva”. Ben Harper: “Io gli regalai un telaio, lui mi regalò una chitarra, l’aveva costruita suo padre, e io non so suonarla”.

Pegoretti confessava l’amore per il ciclismo, quello di ieri (“C’era più romanticismo”) e anche quello di oggi (“Più le classiche, dalla Parigi-Roubaix al Giro di Lombardia, che i grandi giri, certe tappe del Giro d’Italia e del Tour de France”), e confessava anche certe stranezze (“Un nome è nato da un chicco di caffè, un altro da una chemioterapia”) e certe certezze (“Trecento bici l’anno, e a parte qualche vecchio cliente italiano, soltanto all’estero, perché qui da noi ti fanno mille problemi”).

Pegoretti, che non amava esporsi né tantomeno esibirsi, mi lasciò un piccolo dubbio su quanto fosse e quanto – almeno un po’ - ci facesse. Pensai che ci sarebbero state altre occasioni per approfondire. Mi sbagliavo.


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Dopo la prima prova della Coppa Italia delle Regioni, che si è tenuta a Laigueglia, sono state stilate le graduatorie relative alle varie classifiche. La corsa ligure, ottimamente riuscita, ha beneficiato di condizioni meteo favorevoli, offrendo un'immagine ancora più primaverile...


Le nuove ruote Roval Control World Cup,  sviluppate in collaborazione con il team Specialized Factory Racing, sono semplicemente le ruote Specialized da XC più veloci di sempre e offrono a tutti prestazioni da Coppa del Mondo! per proseguire nella lettura e sfogliare la...


Che sulle strade si rischi ogni giorno la pelle è purtroppo un dato di fatto, ma che un ciclista venga aggredito e minacciato senza alcuna ragione ha dell'incredibile. Purtroppo è successo ieri a Luca Colnaghi, professionista della VF Group Bardiani...


La quarta edizione del Trofeo Ponente in Rosa riservata alle Elite e programmata per i giorni 11, 12, 13 marzo 2025 sulle strade della Liguria non avrà svolgimento. Ad annunciarlo è Piernicola Pesce, presidente della società Loabikers, organizzatrice della competizione....


Ellen Van Dijk torna a far valere la sua classe e si aggiudica la crono di apertura della Vuelta a Extremadura Femenina: sui 9, 100 netri della prova contro il tempo disputata a Merida, l'olandese della Lidl Trek ha preceduto...


Riavvolgiamo il nastro di un anno: all'inizio di marzo 2024 Matteo Jorgenson non stava certo pensando di poter vincere la Parigi-Nizza. Eppure l'americano conosce le strade della "Corsa al Sole" come le sue tasche: è arrivato in Francia da adolescente...


Cosa prova Marco Villa da nuovo CT del ciclismo? Com’è la condizione di Davide Piganzoli dopo il suo bel secondo posto al Gran Camino? E cosa ci dice Davide Formolo, l’anno scorso miglior italiano alle Strade Bianche? E, ancora,...


Sette tappe, 1.147 km e 14.400 metri di dislivello. Sono questi i numeri chiave della Tirreno Adriatico Crédit Agricole che prenderà il via lunedì 10 marzo da Lido di Camaiore per terminare il 16 marzo, come da tradizione, a San...


Patrick Lefevere ha avuto un malore ieri sera durante la cena in un ristorante di Gand ed è stato ricoverato all'ospedale universitario della città, dove ha trascorso la notte in osservazione. Secondo il quotidiano La Dernière Heure, che ha diffuso...


È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui pedali la fa da padrona. Per uscire dall’inverno e avviarsi alla bella stagione manca solo un ultimo passaggio, ovvero quello...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024