Caro Direttore,
è proprio una gran balla ostinarsi a sostenere che non si vive di emozioni. Si vive eccome di emozioni, soprattutto quando hanno a che fare con la vita vera, quella in cui anche lo Sport ha un posto in prima fila. Se poi, a parer mio, quello sport è il Ciclismo, allora andiamo veramente di lusso.
E di certo possiamo definire un lusso , ovvero una sovrabbondanza d'emozione, iniziare la giornata (agostana, eppur serenamente lavorativa) con la lettura di un pezzo sull'Amicizia nel mondo della Bici. Tra due ragazzi della Brianza con il Ciclismo... nel sangue. In anni, pur non preistorici, in cui bastava poco per cementare un legame: bastavano la FIDUCIA ed il RISPETTO l'uno dell'altro, e la certezza che la PAROLA data sarebbe stata rispettata. Si dirà: cose da nulla e superflue di questi tempi, di cui ben può farsi a meno nel Terzo Millennio. Oggi, ciò che conta nel quotidiano, anche nello Sport, e pure nel Ciclismo, è ben altro: sono il successo e i danari. Tutto il resto, sciocchezze arcaiche.
Non essendo un tipo che segue le mode (e tu, caro Direttore, credo lo sappia), francamente me ne frego. Solo chi ha vissuto quell'ambiente del Ciclismo giovanile e, se vogliamo, "minore" ancora non ammorbato dai miasmi del mero e materiale interesse, dove i ragazzi che si avvicinano al "nostro" Sport, iniziando a praticarlo ed a farne, magari, una prospettiva di vita futura, trovano persone che, con il tempo, diventano una sorta di "altra famiglia", può riuscire a capire perché... si sia ostinatamente cercato di cambiare tutto, per poi accorgersi che, alla fin fine, era ed è sicuramente meglio non cambiare nulla.
Ho la sgradevole sensazione che, al punto in cui siamo, l'AMICIZIA, quella vera, possa fare paura. Eh sì, perchè non è facile essere se stessi, e soprattutto continuare ad esserlo, quando gli anni passano, e le cose cambiano. Soprattutto, e qui sta il paradosso, quando cambiano in meglio. Anche nello Sport e nel Ciclismo, la fama e la gloria, con annessi e connessi, non sempre hanno benefici effetti. Il Successo è, a dir poco, una mina vagante per l'amicizia. E non sempre è sinonimo di Merito.
La bella storia (ridete pure, ma anche le favole servono a vivere bene) che ci racconta il "tuo" Figio ci insegna che non è sempre così. Grazie a Dio, ed a persone come "Nene" Cazzaniga e Gianni Bugno. Un fuoriclasse del Ciclismo che è rimasto amico, semplicemente, di un campione di Uomo.
con amicizia
Fiorenzo Alessi
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