Ha vinto su un percorso difficilissimo come quello di Maser, ha trionfato nell’ostica frazione di 229 km e con due sterrati a Grado e ha battuto tutti nella volatona di gruppo a Trieste a chiusura dell’Adriatica Ionica Race 2018. Elia Viviani (QuickStep Floors) ha dimostrato ancora una volta tutta la qualità e la condizione straripante della quale gode in questo momento.
Il veronese si prepara all’ultimo atto di questa prima parte di stagione trionfale, suggellata dai trionfi del Giro d’Italia e dal filotto 3 su 3 all’AIR2018. Le sue impressioni in conferenza stampa. A fondo pagina, il file audio da ascoltare.
Una conclusione perfetta per un Adriatica Ionica Race da dominatore
«Sono rimasto concentrato con la testa, che era la parte più difficile. Sapevo che si doveva soffrire ancora un po’ dopo il Giro. Ma questo mi ha permesso di riuscire a vincere ad esempio in una tappa molto complessa come quella di Maser, che era mossa ed è stata resa ancora più difficile dal ritmo imposto dalle altre squadre».
Come è stata la volata di oggi?
«Oggi è stata la prima vera volata tra tutti i velocisti, perché ieri c’è stata molta selezione sullo sterrato, mentre oggi è stato uno sprint nel vero senso della parola, con gli specialisti puri. Sono contento di aver battuto Cavendish perché era dietro di me e un po’ di timore, inevitabilmente, lo avevo. Ma abbiamo organizzato il nostro treno al meglio e siamo riusciti a vincere».
Ancora una volta Hodeg ti ha tirato la volata al meglio
«Sì, Hodeg è stato davvero molto bravo e ha dimostrato di aver acquisito già la giusta esperienza per pilotare l’ultimo uomo nelle volate, nonostante sia molto giovane. Inoltre è riuscito a piazzarsi sia ieri sia oggi».
Un altro arrivo scenografico in Piazza Unità d’Italia a Trieste.
«Ricordo molto bene questo scenario all’ultima tappa del Giro d’Italia. Corse con un circuito cittadino così, che sia piatto o un po’ misto, sono davvero spettacolari anche per il pubblico che può venire a seguire la gara in scenari suggestivi. Non succede spesso di poter arrivare in luoghi così scenografici».
Questa corsa ha l’obiettivo di crescere in numero di tappe e percorso. Quali sono le tue impressioni e cosa ti aspetteresti l’anno prossimo?
«Credo sia una corsa completa e varia, con cinque giorni che hanno potuto accontentare tutti i tipi di corridori dato che c’era spazio per i velocisti, per gli attaccanti così come per gli scalatori puri. Inoltre si è iniziato con la cronosquadre che è sempre una prova molto apprezzata. In futuro avrà probabilmente più tappe, io mi auguro che mantenga questo tipo di percorso misto e che possa portare ancora più squadre importanti tra Continental e World Tour. Già quest’anno erano presenti cinque World Tour che è ottimo per una corsa neonata».
E ora l’Italiano.
«Sì, terrò duro fino a sabato per il Campionato Italiano poi mi aspetta una settimana di riposo totale e penserò alla seconda parte di stagione. Mi rendo conto che è quasi ridicolo fermarsi quando si sta così bene, ma la stagione è ancora molto lunga. Decideremo in seguito se fare o meno la Vuelta di Spagna».
Da Trieste, Diego Barbera
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