I VOTI DEL DIRETTORE | 25/05/2018 | 19:55
di Pier Augusto Stagi -
Chris FROOME. 10 e lode. Fa qualcosa che resterà e soprattutto ci ha sorpreso. Al Tour di due anni fa ci aveva fatto vedere qualche piccola rappresentazione: attacchi in discesa, oppure fuga folle con Sagan, Bodrogi e Bodnar (Carcassonne-Montpellier). Ma quello che ha fatto oggi ha davvero un sapore antico, e ha un sapore particolare per un corridore e un team che hanno fatto della programmazione la propria cifra distintiva. Oggi ha liberato invece la sua follia. Ha provato a vincere, rischiando di perdere. Ha corso da grande campione, onorando il ciclismo, il Giro e se stesso. Mi ha lasciato senza fiato: oggi ho bisogno io del Ventolin.
Richard CARAPAZ. 8. Un secondo di tappa che vale tantissimo, soprattutto per questo ragazzo ecuadoriano al suo primo Giro d’Italia. Lotta per la maglia bianca di miglior giovane con Lopez, sente il profumo di rosa. Vede cosa vuol dire essere campioni. Qui al Giro è venuto a fare un vero master in ciclismo.
Thibaut PINOT. 7. È duro a morire, anzi il suo grande merito è non andare alla deriva: restare lì. A Prato Nevoso sembrava brasato, un pinot invecchiato, prossimo all’aceto. Invece, forse, è solo balsamico. Ancora più buono.
Miguel Angel LOPEZ. 8. Come Carapaz sta facendo scuola, e intanto prende appunti e piazzamenti. È a 40” dal podio: non sarà facile, ma si può. Froome insegna.
Tom DUMOULIN. 7,5. Alzi la mano chi pensava che potesse difendersi così in una tappa da far venire i brividi anche agli scalatori puri. Alzi la mano chi lo considera uno sconfitto. Froome parte a 82 chilometri dal traguardo, e mette in scena una cronometro individuale. L’olandesone patisce il colpo ma non si scompone: si mette lì, e fa altrettanto. Immenso.
Davide FORMOLO. 7,5. Per come ha reagito oggi è davvero da applausi. Aveva tutti i motivi per lasciar perdere, e soprattutto lasciarli andare. Invece con calma e pazienza ingaggia una sfida tutta sua, che lo fa risalire in classifica. Adesso è lì, 11°, ad un passo dalla top ten. C’è un minutino da recuperare, si può fare: altroché.
Sam OOMEN. 7.5. Difende con i denti il suo 10° posto, ed è probabile che lo difenda anche domani sulle strade verso Cervinia. Questo è un ragazzo davvero interessante, uno dei pochi a dare una mano a Dumoulin.
Domenico POZZOVIVO. 5. Vive la sua giornata no. Prende una bancata nella tappa che sulla carta sembrava più agevole per lui rispetto a quella di Prato Nevoso. Ma oggi c’era la variabile Froome, che ha fatto saltare per aria tutto. Ma domani qualcosa può ancora succedere.
George BENNETT. 5. Il neozelandese soffre come un cane, ma chi non ha sofferto? Sembra tra quelli più stanchi, deve stare attento a non uscire dalla top ten.
Simon YATES. 4. Era stanco, altro che crisi passeggera. Era sfinito e finito in riserva. Ha corso con grande entusiasmo e generosità, ma nei Grandi Giri, quelli di tre settimane (guai ad accorciarli, vero caro Lappartient…), vince chi ha pazienza e resistenza, coraggio e lucidità. Simon ha tutto per tornare a correre un Grande Giro da protagonista. Ha numeri e testa da campione. Va però educato, guidato e consigliato adeguatamente. Va bene essere esuberanti e sfrontati, ma questo è uno sport che premia la riflessione, e non consente flessioni.
Luis Leon SANCHEZ. 7. Ancora una volta in avanscoperta, anche oggi, per provare a fare qualcosa di nuovo, con Montaguti, Torres, LL Sanchez, Neilands, Van Asbroeck, Gonçalves, Bouwman, Atapuma e Conti. Sperano nella tempesta perfetta, ma poi arriva un tornado. Froome è tornato.
Enzo GHIGO. 10. Da Governatore del Piemonte fa sistemare le strade del Colle delle Finestre. Fa rullare lo sterrato, per renderlo compatto e scorrevole. Sono i primi anni 2000 ed è lui, l’attuale presidente della Lega, a suggerire a Carmine Castellano di scalare questa montagna, autentico monumento naturale del ciclismo. Una delle vette più magiche e suggestive, che oggi, dopo l’impresa di Chris Froome, resterà negli annali del ciclismo e dello sport.
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