I VOTI DEL DIRETTORE | 15/05/2018 | 19:38
di Pier Augusto Stagi -
Matej MOHORIC. 10. Voleva questa tappa. L’aveva cerchiata in rosso fin dalla presentazione del Giro. Fin dal mattino all’attacco, poi quando la fuga è stata annullata, il 23enne del Bahrain ha atteso il momento per cogliere l’attimo. Ai – 40 è tornato all’attacco. Prima però ha chiesto ad Alberto Volpi la libera uscita, una volta ottenuta, l’hanno rivisto tutti sul gradino più alto del podio. La decima tappa di questo Giro è sua, ma per questo purissimo talento sloveno, iridato juniores e under 23, quello di oggi è solo il primo tassello di un puzzle ancora tutto da costruire. «Sì, è vero, ho vinto tre mondiali, ma questo è tutto un altro mondo, quello fatto prima non conta», dice. Siete proprio sicuri che i nostri ragazzi e i loro tecnici ragionino in questo modo?
Nico DENZ. 8. Ha il nome di un Dj, da disco-dance, ma oggi il 24enne tedesco della Ag2r non balla, però accompagna Mohoric fin sul traguardo: e non è cosa scontata.
Sam BENNETT. 8. Supera per il terzo posto Enrico Battaglin, ma ha il grande merito, tra tutti i velocisti, di arrivare con il gruppo della maglia rosa.
Davide BALLERINI. 7,5. Entra nella fuga della mattina, poi a causa di forza maggiore (la crisi di Chaves che scatena l’accelerazione del gruppo maglia rosa), rientra nei ranghi. Alla fine sprinta ed è 5°. Questo è un corridore: vero.
Chris FROOME. 6,5. Spietato. Senza cuore. Ma la corsa è corsa. Lo sa bene Froome, lo sanno bene tutti. I suoi Sky tolgono di mezzo Chaves: signori, è cominciato il lavoro di demolizione.
Simon YATES. 6,5. Perde una spalla preziosa, spera di averlo come prezioso luogotenente. Simon nel giorno della crisi di Chaves va anche a caccia di abbuoni. La maglia rosa vince un traguardo volante davanti a Pinot e Ballerini. Per lui 3 secondi: come antipasto.
Marco FRAPPORTI. 7. Gli Androni sono semplicemente indemoniati. Sempre nel vivo della corsa, sempre pronti a rilanciare. Ripreso Tony Martin, poco dopo parte il geometra bresciano. È tipo tosto il 33enne di Storo, che prende le misure e se ne va. Si deve arrendere nel finale da super Mohoric. Ma prima della fine Marco una tappa la vince.
Esteban CHAVES. 8. Anche questa mattina aveva un bel sorriso, ma lamentava problemi di allergia. Tutto bardato, come se dovesse andare a sciare a Cortina, Esteban ha cercato in tutti i modi di dissimulare il proprio disagio. Ma sono bastati pochi chilometri per scoprirlo e metterlo a nudo. Gola infiammata, gambe di legno: la combustione è interiore, e il colombiano cuoce a fuoco lento sulla Fonte della Creta. Va alla deriva, mestamente e inesorabilmente. Lui perde il Giro, la Mitchelton Scott, forse, guadagna un gregario in più per la causa Simon Yates. Ma non è una bella cosa: perdere una punta come “mister smile” è un vantaggio per gli avversari: che se la ridono.
Tom DUMOULIN 7. Anche l’olandese fora e cade lungo la discesa. Cambio di bici velocissimo. E serafico, con assoluta calma, rientra in gruppo. È l’uomo da battere: con calma.
Giulio CICCONE. 7. Anche oggi non si risparmia e va in avanscoperta. Si porta a casa anche alcuni preziosi punti per la classifica degli scalatori. È lui a vincere a Fonte della Creta, fonte di ispirazioni e azioni. Il ragazzo dei Reverberi ha stoffa e volontà: si muove sempre meglio. La prima volta ha ciccato, ora però è davvero Ciccone.
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E STANNO CORRENDO TUTTI PER DUMOLIN ..BRAVI -:)