SCELGO TOM

GATTI&MISFATTI | 27/03/2018 | 07:11
In Italia sappiamo ancora in pochi come si scrive il suo cognome. Tutti sbagliamo la pronuncia. Qual­cu­no non sa neppure quale sport pratichi. Ma nonostante sia tutt’altro che popolarissimo, re­sta a pieno titolo il vero pro­totipo del campione straniero da portare al Giro. Ca­sual­mente, ne è anche l’ultimo vincitore, tanto per dire che comunque non sto parlando di un pisquano qualunque.

Mentre aspetto di ve­dere come finirà il pollaio nato su e attorno Froome (la mia idea è chiara e semplice sin dall’inizio: comunque, la sua presenza rovinerà il Giro), voglio proprio dedicarmi a qualcosa e qualcuno che certamente ren­derà onore e gloria all’amata corsa rosa, a Tom Du­mou­lin. Non ne voglio fare un mito sul niente. So benissimo che non è una simpatica canaglia, come tanta gente vuo­le nei suoi campioni di ri­ferimento. Non è, direbbero gli strateghi dell’immagine, un personaggio che buchi gli schermi e rapisca i cuori. Per quello che ho visto l’anno scor­so, non è neppure un ca­rat­tere che possa tenere su una festa di addio al celibato. La persona si presenta discreta, tranquilla, però con un suo marcato garbo e una sua evidente serenità. Magari quando torna a casa chiude la por­ta e picchia la moglie, ma a occhio e croce sembra proprio un tipo equilibrato. Ha veramente tutti, ma proprio tutti i requisiti per non diventare eroe del suo tempo. Non è ma­ledetto, non è stravagante, non è devastato da draghi ta­tuati. Non sembra avere neppure la fortuna sfacciata degli spacconi più sfrontati: nella tappa decisiva del Giro ha per­sino dovuto calarsi le braghe tra i prati, al cospetto del­lo ieratico Stelvio, che fino ad allora aveva visto una scena similare soltanto grazie a Ivan Basso.

Eppure bentornato vecchio Tom. Glielo dobbiamo proprio dire. E spero glielo diranno tutti, al suo passaggio. Questo olandese senza quarti di nobiltà è forse il campione che più di tutti, oggi, onora il Giro con una passione e un trasporto commoventi. Non torna perché deve allenarsi per il Tour. Non torna perché uno sponsor gliel’ha imposto. Non tor­na perché non sa che altro fa­re, e allora tanto vale correre una gara qualunque. Torna perché ci crede. Torna perché ci tiene. Vengo in Italia perché adoro l’Italia e perché ado­ro il Giro: questo, semplicemente, ha spiegato. E tanto mi basta. Non serve altro. Ogni parola in più suonerebbe melensa e ruffiana, molto simile a quelle che pronunciano regolarmente i suoi colleghi stranieri quando sbarcano controvoglia, magari con l’idea già chiara in mente di fermarsi al primo fondovalle al­pino.

Per ripartire, per rilanciarsi del tutto, il Gi­ro ha bisogno di tanti Dumoulin. Cioè campioni stranieri che scelgono il Giro volontariamente, lucidamente, appassionatamente. Poi ma­gari Vegni verrà a dirmi che Tom ha preteso dieci mi­lioni di euro per aderire, ma mi sembra molto difficile (an­che perché, dovendo pagare qualcosa, i nostri pagherebbero Froome). Basta con gli stranieri convinti in ginocchio, gli stranieri in qualunque modo, anche in un modo impresentabile, soltanto per dire che il cast è prestigioso. È dall’epoca dei Lemond in gita enogastronomica che ho mes­so la croce su questo genere di presenze prestigiose. Cosa ce ne facciamo dei big stranieri che qui fanno i little. Meglio uno solo, ma buono e convinto. Uno come Dumoulin, che magari il Tour lo sogna quanto gli altri, ma che preferisce arrivare primo in Italia, non quarto o settimo in Francia. Il Tour magari lo vincerà, un giorno: ma con calma, a tem­po debito, senza fretta. So­prat­tutto, senza sacrificare an­ni e anni di carriera nell’ossessiva rincorsa dell’impossibile illusione. Vengano i Du­mou­lin, con il loro carico di rispetto e di piacere. Convinti di ricevere prestigio in Italia, non solo di portarne.

Tra le altre cose, è pure campione del mondo a cronometro. E sceglie il Giro che meno di tutti, negli ultimi anni, gli offre questa leva tanto amata. Dun­que un Giro per lui più ri­schioso, a livello tecnico. Eppure non ci sono ma, se, però. Zero tentennamenti. Tom non viene per fare un favore a noi: viene per fare un favore a se stesso, nel suo pieno interesse personale. Più di tante parole ipocrite, pronunciate a pappagallo, è questo in fondo che si intende per rispetto dell’Italia e del Giro d’Italia. Il piacere di sceglierlo. Il piacere di esserci. Non solo con le gambe: anche con la testa e con il cuore. Non mi vergogno a dirlo: se rivincerà lui, non riuscirò a essere deluso. Neppure se a perdere sarà Aru. Nel caso, avrà perso dal vero Avversario.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di marzo
Copyright © TBW
COMMENTI
Complimenti.!!!
27 marzo 2018 10:57 Piccio
Complimenti.!!!

Il bel Tom
27 marzo 2018 14:13 predaking
Aggiungo solo che il buon Dumoulin è uno dei più belli in gruppo, sentendo i pareri Delle tifose, che può rivaleggiare per avvenenza con Kittel.
Di sicuro l\'immaginario femminile lo puo stimolare %uD83D%uDE00

Bene
27 marzo 2018 19:27 IngZanatta
Bell\'articolo, sono d\'accordo.

Concordo con Gatti.
27 marzo 2018 21:41 teos
Chiunque sceglie l\'Italia perché sua prima opzione e non ripiego, per amore di ciò che offre e non facendo il muso, merita l\'ammirazione e il rispetto di noi italiani, a prescindere. Personalmente tiferò Aru al Giro e Nibali al Tour, perché mi emozionano e perché portano alta la nostra bandiera, ma se dovesse scapparci il bis di Dumoulin sarò a Roma sotto il podio ad applaudirlo e togliermi il cappello dinanzi al suo cospetto.

Caro Cristian Gatti ti scrivo...
28 marzo 2018 16:48 Sabri68
Salve, articolo interessante...fino a quando ho letto la frase " magari quando torna a casa chiude la porta e picchia la moglie". Le chiedo...non c'era un altro paragone da fare? In un momento in cui le donne sono vittime di abusi di ogni tipo questo è il meglio che sa fare? Come donna e sportiva mi sento offesa da quello che ha scritto e forse sarebbe il caso che ci riflettesse.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Grandi novità in casa INEOS Grenadiers: nel 2026 nasce infatti la INEOS Grenadiers Racing Academy, rafforzando l'attenzione del team nell'individuazione, preparazione e sviluppo della prossima generazione di talenti pronti per le gare. La Racing Academy sarà il fulcro del percorso...


L'impatto sociale del Giro d’Italia è parte della sua missione. Lavora per promuovere e sensibilizzare pubblico e istituzioni su temi diversi, valorizzando i territori, le eccellenze, il turismo e il benessere di pubblico e partecipanti, senza trascurare la cura e...


Silverskin è un brand italiano specializzato in intimo tecnico sportivo ed è un marchio che si è fatto davvero apprezzare nelle ultime stagioni. La prossima collezione invernale verrà ufficialmente presentata durante la fiera internazionale dedicata agli sport invernali Prowinter 2026 che si terrà...


Vincitore due volte negli ultimi dodici mesi, nella tappa del Giro d’Italia a Siena  e a Parigi per il Tour de France, Wout van Aert continua a entusiasmare il pubblico del ciclismo che aspetta di vederlo tornare sulle strade fangose...


Un volto nuovo ma conosciuto per la Lidl-Trek: Andy Schleck entra nel team con il ruolo di Deputy Manager. Schleck lavorerà sia in ambito sportivo che commerciale dell'organizzazione, supportando ciclisti, personale e dirigenti. Tra i più affermati corridori dei Grandi Giri...


Uno dei momenti che ha lasciato i presenti alla presentazione della Vuelta España 2026 più sorpresi è stato indubbiamente l’omaggio che, una volta svelato il percorso della prossima edizione, gli organizzatori della corsa iberica hanno voluto tributare a Chris...


Finalmente anche per i ciclisti bresciani e di tutta Italia arriva Natale sotto forma di una grande notizia. Dopo anni di lavori, di snervante burocrazia, di furiose e a volte pretestuose polemiche c’è finalmente la parola fine alla querelle sul...


Se avessimo fatto questa stessa chiacchierata con Filippo Conca un anno fa, nella sua testa ci sarebbe stato il chiaro obiettivo del campionato italiano con il desiderio di far saltare il banco ad ogni costo. Era un sogno grande spinto...


Soltanto 500 metri. Da quota 342 metri a quota 388. Un dislivello di 46 metri. Una pendenza media dell’8, 5 percento. Una stilettata quasi iniziale al 12 percento, il tempo di respirare, una pugnalata finale all’11. Non è un muro,...


Dopo una "pausa tecnica" di alcuni anni, la Bici al Chiodo riprenderà ad Arceto di Scandiano, grazie alla collaborazione con l'Amministrazione Comunale, U. C. Arcetana, A.S.D. Cooperatori di RE. La prova dello scorso anno, con solo l'Incontro degli Ex Corridori,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024