NO FROOME

TUTTOBICI | 21/02/2018 | 07:04
Ormai si rischia di di­ventare ossessivo-com­pulsivi, ma la col­pa è tutta dei regolamenti (cervellotici, fumosi, macchinosi, sgangherati). Resta il fatto che il giallo Froome, in questo caso non aggettivo ma sostantivo, tiene continuamente banco e rischia di te­ner­lo ancora per una cifra di settimane, con largo spiegamento di cavilli e di cavillosi.

Anch’io invischiato fi­no al collo in questa vi­cenda, non per even­­tuali complicità ma per puro dovere d’osservatore e di tifoso, vorrei portarmi avanti con il lavoro e porre da subito una questione italianamente fondamentale. Questa. Par­ten­do dal presupposto infame, che tutti vediamo come il pe­peroncino negli occhi, di un Froome ancora in ballo a lun­go, come dovrebbe comportarsi il Giro d’Italia?

Per copiosa esperienza personale, tutti noi conosciamo già le ri­sposte del caso. Gli impassibili a termini di regolamento dicono apertamente che chi non è squalificato può correre, dunque se Froome non è squalificato corre il Giro. Poi però ci siamo anche noi, un’umanità diciamo così più dubbiosa e più fragile, che va an­che sulle sfumature e sui dettagli, perché la vita non è mai nera o bianca, preferendo so­litamente piazzarsi nel mezzo. E a noi che guardiamo anche al resto, non solo ai regolamenti, rode parecchio l’idea che comunque Froome venga al Giro senza una chiarezza totale sulla sua escursione smo­data nell’impalpabile mondo del Puff.

Non serve certo il Gatti per ricordare al mon­do del ciclismo il precedente di Contador, che cor­se il Giro, vinse il Giro, poi perse il Giro perché risultato colpevole. Ci è bastata una vol­ta, quella palude di non detto e non fatto. Ci è bastato quel non Giro, per pensare sul serio di ricamarcene un altro. Per cui, non esito a pren­dere posizione: se Froo­me fosse ancora a mezza strada, tra presunzione di innocenza e colpevolezza conclamata, tra assoluzione e squalifica, in ogni caso non dovrà venire. Sarà il numero uno, sarà pure lo special guest della compagnia, ma la sua presenza è comunque sgradita. Il Giro deve tagliarlo.

Vorrei essere chiaro fi­no alla pedanteria: non è una condanna preventiva, Froome ha tutto il diritto di combattere la sua battaglia scientifico-legale di­spiegando ingenti capitali, branchi di avvocati e legioni di scienziati, ma per noi italiani resta uno che ha sforato (di moltissimo) i limiti consentiti, molto più dei nostri Petacchi e Ulissi (giustamente crocefissi), e non c’è battaglia legale sul filo dell’acrobazia me­dica che ci faccia cambiare idea. Se il Giro ha la possibilità di lasciarlo a casa, deve lasciarlo a casa. E se i dirigenti rosa non ne vogliono fare una questione morale, possono tranquillamente farne una di pura convenienza.

Chiedo pubblicamente: un Giro così bello e così particolare, così carico di significati ideali (ve­di Gerusalemme, vedi Bartali, vedi il Belice e vedi tutta la poesia abbinata alla gara sportiva), un Giro così davvero può portarsi in Giro un favorito così, così sospetto, così di­scusso, così “bruciato”? Dav­ve­ro il Giro preferisce avere al via e portare tra la gente questa star a tutti i costi, an­che al costo di suscitare ogni giorno, in ogni borgata, i ma-se-però scontati e inevitabili, con discussioni lugubri che sovrasterebbero la bellezza della corsa e i suoi temi più alti?

Io non ho dubbi: di Giri con la nuvola nera sopra la testa, in libertà vigilata, sotto scacco, ne ho già visti troppi. Personalmente non ho voglia di passare anche il me­se di maggio a parlare o a sparlare di Froome. In certi momenti, meglio una bella amputazione. Sarebbe un Gi­ro senza mattatore, senza su­per­vip, ma sarebbe un Giro trasparente, libero, leggero. E comunque chiuderei con una domandina: siamo sicuri che Froome, dopo la cura da ca­vallo di Ventolin, dopo la mes­sinscena del suo sì sapendo d’essere sotto processo, sia ancora un ospite d’onore?

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di febbraio
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COMMENTI
confermo
21 febbraio 2018 10:06 ERIO
sono in sintonia col giornalista, lasciatelo a casa, ha fatto una scorrettezza e deve pagare.
in caso lo lasciassero correre, per quel che vale, NON guarderò' la corsa...

21 febbraio 2018 10:58 Marcy
DUE PESI E DUE MISURE SIETE QUASI RIUSCITI A ROVINAREQUESTO BELLISSIMO SPORT CONTINUATE COSI CHE CE LA FATE BRAVI

Pensiamo per l Italia
21 febbraio 2018 11:32 blardone
Abbiamo ds che nel 2002 /2003 gli hanno chiuso la squadra per 16 positivi su 17 e ora tornano a fare questo lavoro belli tranquilli .... è stiamo qui a parlare di un corridore che tiene vivo ancora l ambiente .... Non ho parole meritiamo questo è non altro

una riflessione
21 febbraio 2018 13:31 max73
In tempi non sospetti (prima che scoppiasse il caso doping) avevo scritto che sarebbe stato meglio che Froome non avesse preso parte al Giro. Il giro è emozionante ed unico a prescindere. Anzi un \"personaggio\" come Froome rischia di rovinare la bellezza del Giro. E chi scrive che Froome tiene ancora vivo l\'interesse del ciclismo non segue e non ama questo sport. Il ciclismo è fatto di salite mitiche di strade che sono nella storia , di corse che si correvano già quando le strade erano solo sterrate. Froome passerà in fretta. Lo Stelvio, la Milano Sanremo la foresta di Arenberg, l\' Izoard ecc rimarranno per sempre.

No ai positivi
21 febbraio 2018 18:03 marchetto
Sono d'accordo con il Sig. Gatti; anche secondo me Froome non dovrebbe correre. E non importo cosa è stato fatto in passato o con altri ciclisti, se c'è la possibilità di nno farlo correre secondo me è giusto così e la regola deve valere nei confronti di tutti gli atleti trovati positivi o che comunque hanno superato un limite stabilito dal regolamento. Se in passato non è stato fatto non vuol dire che si deve continuare così, ossia a sbagliare. E secondo me la stessa rigidità e fermezza vanno applicate in tutte le altre corse.

Siamo già in ritardo!!
21 febbraio 2018 21:10 Luas
Quello che sta succedendo a Froome doveva già essere successo ai tempi di Wiggins.. qualche anno fa quando è stato trovato un dipendente del Team Sky con un pacco con medicinali non autorizzati tutto è stato insabbiato. Ora Froome è uscito dai limiti del consentito... quindi barando è ancora si è cercato di insabbiare il fatto. Chi sa di ciclismo o ha conosciuto Froome da dilettante sapeva che non era credibile! Ora la prova. A casa una volta per tutte

Wiggins
21 febbraio 2018 21:52 Moss
Ma scusate dove sta\'scritto che un eventuale Froome al giro sia protagonista e porterebbe ulteriore interesse,vi ricordate di Wiggins?Sembrava un pulcino infreddolito e impaurito .Il giro è il giro nulla da invidiare al tour tranne per i corridori che intascano di più.

22 febbraio 2018 09:20 ALE80
Concordo appieno con Blardone, il caso Froome e' assai grave per l'immagine globale si un sistema che si reputa pulito, ma allo stesso tempo inutile a debellare una piaga troppo radicata.
Bisogna fare pulizia cosi come bisognerebbe farla con la politica italian, il marcio va eliminato!
Ma che nessuno ha il coraggio di fare una lista con i nomi e cognomi di direttori sportivi, team manager, massaggiatori, ex pro che sono stati incriminati per doping e/o vicende simili?????Hanno la cultura del doping questi soggetti come i politici hanno la cultura di rubare.....BISOGNA ELIMINARLI SE SI VUOLE DAVVERO FARE QUALCOSA PER I RAGAZZI!!!!!!!
e pensiamo agli U23.......

E questo punto dico che il caso FROOME fa davvero ridere!!!!!

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