I VOTI DI STAGI. GOLDEN GREG E GOLDEN BOY

I VOTI DEL DIRETTORE | 09/04/2017 | 18:20
di Pier Augusto Stagi

Tom BOONEN. 10. Oggi sono state distribuite diecimila maschere con impresso il volto sorridente del fuoriclasse belga: a noi sarebbe bastato tenerci lui, con il suo sorriso, i suoi occhi, la sua forza composta ed elegante. Gara da fuoriclasse, prima di andare definitivamente fuori. Forza il ritmo, Tommeke. Lotta come sempre e più di sempre. Arriva a Roubaix tra gli applausi e la standing ovation di tutto il velodromo. Tutti in piedi per il grande campione, per un immenso professionista che ha onorato come pochi il ciclismo. Questa sera sarà festa. Festa grande. È probabile che si prenda anche una bella sbornia, che a detta sua sarà quasi sicuramente triste. Poi domattina per lui sarà un nuovo inizio, una nuova vita: da monumento del ciclismo, da fuoriclasse del pedale.  E tristi lo saremo un po’ di più noi.

Greg VAN AVERMAET. 10. Tanti problemi, per tutto il giorno, ma riesce a ribattere colpo su colpo e a rientrare prima di Arenberg. Corsa magistrale del fiammingo, oro di Rio. Un atleta mai banale. Un attaccante nato, nonostante sia stato in gioventù portiere. Prima corsa monumento, di una carriera che si sta impreziosendo di gemme sempre più preziose e splendenti. La sua sliding doors è la Tirreno Adriatico di un anno fa. La tappa del Terminillo annullata per la neve che non c’è, ma in maglia c’è lui, che quella corsa vince. È il segnale: la vita svolta. Lui è un predestinato, atteso e cresciuto con calma. Vince la corsa dei Due Mari, tra qualche mugugno. Dopo solo un anno, ci sono solo boati.

Zdenek ŠTYBAR. 8. Fa tutto bene, tutto giusto. Prova ad anticipare, ma viene stoppato da Golden Greg. Poi si butta in volata che lo vede chiaramente battuto e deve inchinarsi al più potente corridore fiammingo. Battuto, non vinto.

Sebastian LANGEVELD. 7,5. Arriva con l’acido lattico fin sopra i capelli. Dà tutto, ed è molto. Ottiene un grandissimo terzo posto. Chapeau!

Jasper STUYVEN. 7. Sempre là, nel vivo della corsa, in una corsa che è dura da morire, ma lui ha il merito di viverla: fino in fondo.

Gianni MOSCON. 8. Il trentino ha soli 22 anni e alla sua seconda partecipazione dimostra una volta di più che è un ragazzo di talento. Che il ciclismo ha ragazzi che stanno crescendo bene e vanno lasciati crescere. Guardate chi è arrivato sul podio: tre corridori classe ’85. Vincono ancora e tanto gli ultra trentenni. Dico una cosa banale che forse è il caso di ricordare: il ciclismo è uno sport di resistenza, che premia l’esperienza. Calma e pazienza. Moscon e i suoi fratelli stanno arrivando.  

Arnaud DEMARE. 7. Quando vinse la Sanremo, soprattutto i francesi lo fecero passare solo come un velocista qualsiasi e soprattutto un baro (sospettarono che si fosse fatto trainare da un'ammiraglia dopo la Cipressa...). Questo ha due zebedei grande come un trofeo della Roubaix.

André GREIPEL. 7. Lo definiscono semplicemente un velocista. Sì, come no.

John DEGENKOLB. 5,5. Buona corsa, ma non buonissima. Dà sempre l’impressione di poter far male, di sparigliare le carte, ma gli manca ancora qualcosa per tornare ad essere il Degenkolb che noi tutti conosciamo e apprezziamo.

Oliver NAESEN. 6. Tra cadute e forature è il simbolo della Roubaix: monumento alla sfortuna e alla resistenza.

Daniel OSS. 8. Si riporta su Sagan insieme a Bodnar e Stuyvens. Poi va via con Stuyvens nel settore numero 15.  Resta anche da solo al comando, fa una corsa al vento e controvento. Aggredisce il pavé senza essere mai aggredito. Balla e suona: fa il ritmo. È una pietra rotolante che non salta e non cade. Al massimo aspetta: Greg Van Avermaet per lanciarlo verso Roubaix. Prima dell’abbraccio.

Tony MARTIN. 6,5. Fa l’andatura nella Foresta di Arenberg: uno spettacolo.

Matteo TRENTIN. 7. Lavora, come sempre e più di sempre.

Alexander KRISROFF. 5,5. Sarebbe la sua corsa, visto che è uno tosto, tenace, forte, resistente e soprattutto veloce. Perde: una grande occasione.

Peter SAGAN. 5,5. Ad un certo punto sembra il più in palla di tutti. Talmente forte che sul pavé sembra che pedali sul velluto. Ma viene rallentato e fermato due volte da problemi meccanici. Forse spreca qualche energia di troppo, ma in una corsa come la Roubaix forse è anche normale, per non dire necessario. Ancora una volta, nel momento del cambio della bicicletta, i suoi meccanici nemmeno si degnano di dargli una spinta. Già che ci sono, la prossima volta fate in modo che il campione del mondo si tiri giù da solo la bicicletta dalla rastrelliera, così il servizio è completo.

Niki TERPSTRA. 5. Il vincitore dell'edizione 2014 vive una giornata sfortunata, ma certamente non felice. Costretto al ritiro.

Michael MORKOV. 7. È il primo, con il compagno di squadra della Katusha Mads Wurtz Schmidt, Hugo Hofstetter (Cofidis), Maxime Daniel (Fortuneo) e Benjamin Giraud (Delko Marseille) e dare battaglia con un attacco dopo un’ora di corsa percorsa a quasi 51 km/h di media. Poi ci provano anche Wang (Bahrain Merida) e Haller (Katusha). Dopo di loro è la volta di Mickaël Delage (FDJ), Jelle Wallays (Lotto-Soudal) e Yannick Martinez (Delko. Bella l’azione anche di Wallays e Chavanel, che ci provano a loro volta, con alle loro spalle il gruppo Boonen-Sagan, in cui ci sono anche Degenkolb, Greipel, Demare e Kristoff. Sono attacchi, quelli che si vedono poco, che passano nel dimenticatoio, ma in una corsa come la Roubaix fanno in ogni caso storia.

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COMMENTI
Giusta
10 aprile 2017 08:29 teos
Prima metà di stagione delle classiche giusta a mio avviso. Hanno infatti vinto Fiandre e Roubaix quelli che più forte sono andati nelle classiche di secondo piano (perdonatemi il secondo piano, ma altrimenti non saprei come definire le non monumento), con in particolare GVA che ancora una volta ha dimostrato quanto questo fosse il career year di cui parlavo 2 settimane fa. Oggi forse non ha avuto grandissima concorrenza (siamo sinceri, non c\'è stato un vero e proprio Boonen vs. Cancellara cui negli anni passati ci eravamo abituati, forse troppo bene), ma ho come l\'impressione che avrebbe vinto in ogni caso il buon Greg, perché il colpo di pedale c\'era, la voglia di far suo il primo monumento a 30 e passa anni era enorme e la sfortuna, pur non mancando, non è star determinante. Già la sfortuna.. Sagan secondo me è stato troppo penalizzato dalle forature in questa Roubaix, avvenute in momenti troppo cruciali della gara. Se a ciò aggiungiamo il resto di una primavera particolarmente amara, io non gliene farei una colpa se alla fine, probabilmente colto anche dallo sconforto per una ruota che non sembra voler girare, abbia mollato il colpo. Per me quindi troppo severo il 5,5 del Direttore, anche in virtù di una gara condotta secondo me abbastanza bene sino alla foratura. Concordo invece coi voti a Boonen e Moscon: Tommeke ha dimostrato con quell\'ultimo lampo al Carrefour de l\'Arbre di avere ancora una classe immensa e un colpo di pedale speciale per questa gara, nonostante un\'impietosa carta d\'identità, mancherà a chi ama questo sport. Personalmente per lui ho un solo rimpianto: che uno con le sue potenzialità e la sua classe non sia mai riuscito a far sua la Sanremo, un monumento che gli calzava a pennello e che avrebbe potuto far suo almeno 2-3 volte in carriera. È questo forse l\'unico neo in una carriera altresì incredibile, per numeri e classe certamente da numero uno di sempre del pavè. Moscon invece ha reso decisamente meno amaro questo nostro digiuno alla Roubaix oramai quindicennale: fare 5° solo alla seconda partecipazione alla Roubaix è da predestinati, il fatto che sia stato a lungo col GVA visto ieri e che nonostante tutto abbia dato fondo al serbatoio pur di raggiungere i tre al comando al velodromo mi fa decisamente ben sperare che oltre la classe qui ci sia anche tanta tanta voglia ed altrettanta testa. Per il futuro corse come Fiandre e Roubaix saranno cosa sua. E un po\' anche nostra, finalmente.

Boonen lascia da campione
10 aprile 2017 09:30 runner
Onore a Van Avaermat, vincitore con merito di questa Roubaix e bravi davvero Oss e Moscon (li aspettiamo con piacere a future conferme).
Riguardo a Tom Boonen, lascia il ciclismo al massimo della forma.
Peccato che ieri ad un certo punto abbia dovuto coprire il compagno di squadra Stybar che era in fuga, rinunciando così ad una possibile vittoria (alla fine il suo gruppetto è arrivato a soli 13 secondi dai primi...).
Non so se avrebbe vinto, ma di sicuro sul podio ci sarebbe arrivato.
Chiude comunque a testa alta una carriera straordinaria. Chapeau!

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