Sopralluogo sui terreni privati di Ivano Fanini a Segromigno per il velodromo: erano presenti gli assessori Davide Del Carlo e Serena Frediani, rispettivamente ai lavori pubblici e allo sport, e il rieletto presidente del Comitato Provinciale federciclismo Pierluigi Castellani. Già questo incontro sul sito dove dovrebbe sorgere la struttura, figlia di una una proposta dell’imprenditore, è la testimonianza tangibile dell’interesse che l’eventuale realizzazione di questa opera sta suscitando.
Questo incontro è il segnale che dagli endorsement dei vari Dagnoni (presidente idella Federciclismo), Villa (CT azzurro della pista) e molti altri, si sta passando ad una fase più operativa e concreta. Si tratta di 125 mila metri quadrati, terreno agricolo, quindi anche se gli appezzamenti di Fanini non dovessero bastare si potrà espropriare. In quell’area c’è addirittura una strada che orbita attorno ai campi: si accede dal viale Europa, poi altra entrata da via Bocchi. Ci sono anche gli spazi necessari per parcheggi. Adesso bisognerà attivarsi per reperire le risorse del PNRR (si parla di un investimento che oscilla tra i 25 e i 35 milioni di euro) e questo lo dovrà fare il Comune che ha manifestato interesse a questa opportunità.
Tra l’altro, oltre alla via già presente, anche se ovviamente andrà asfaltata, non ci sono abitazioni o immobili sedi di attività produttive vicine. Tradotto: minori difficoltà nel gestire l’operazione. E gran parte dei terreni sono messi a disposizione dallo stesso Ivano Fanini, in quanto di sua proprietà. La zona si presta sicuramente, vicina alle infrastrutture ma non troppo inserita nei centri abitati. Il Municipio di piazza Moro sta ultimando la cittadella sportiva, ma questo impianto potrebbe davvero rappresentare la svolta per la Lucchesia, creando indotto, (dentro al velodromo possono starci negozi e varie attività). L’unica struttura simile presente in Italia attualmente è a Montichiari, Brescia. Quello di Capannori sarebbe un punto di riferimento per il Centrosud. Con una funzione sociale: far praticare lo sport della bici in sicurezza, al coperto dentro all’impianto invece di far allenare i ragazzini in mezzo al traffico, con notevole pericolo.