Ci lascia oggi un pezzo di storia del ciclismo italiano: si è spento infatti, all'età di 91 anni, Irio Tommasini, storico costruttore di biciclette che ha portato nel mondo il nome di Grosseto, di Castiglione della Pescaia e della frazione di Buriano, dove era nato.
Raccontava di aver scoperto il ciclismo a Varazze nel 1946, al passiaggio della Milano-Sanremo e in particolare di quel mito che era Fausto Coppi. Subito dopo iniziò a pedalare ma anche ad occuparsi di meccanica, smontando, controllando e rimontando tutti i pezzi. Nel 1948 gli zii di Irio aprirono un negozio di biciclette e quella divenne la palestra di un ragazzo che da allora non si è più fermato. Nel 1956 ha lavorato per un periodo a Milano, alla Fuchs, e qui ha conosciuto Faliero Masi, meccanico della Nivea Fuchs di Fiorenzo Magni) e noto costruttore di bici da corsa.
«Forse perché entrambi toscani - raccontava Irio - tra si instaurò tra di noi un buon rapporto ed i suoi suggerimenti in seguito misono stati di grande aiuto. Alla fine degli anni Sessanta sono finalmente riuscito ad incontrare quello che sapevo essere il costruttore dei telai di quasi tutti i più importanti corridori del tempo, Giuseppe Pelà. Abitava a Torino ma, come lui stesso ci tenne a specificare, era nato alle porte di Grosseto e dopo poco ci sembrava di conoscerci da sempre, di essere come parenti. Tante volte sono andato nel suo laboratorio e lì ho imparato le sue tecniche di costruzione e nel 1972 ho rilevato la sua azienda. Da quel momento in poi la mia produzione di telai è cresciuta in modo consistente e la rete di vendita si è estesa sia in Italia che all’estero. Sono passati tanti anni, i tempi ed il ciclismo stesso sono cambiati, ma l’amore e la passione per questo sport sono rimasti immutati».
Tanti corridori, dilettanti e professionisti, hanno pedalato e pedalano su bici Tommasini, biciclette che continueranno a portare in giro per il mondo di uno dei grandi costruttori italiani. Buon viaggio, Irio.
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