Ed eccola la temutissima tappa dei laghi. Oggi è infatti in programma la 16a tappa della Vuelta, Luanco-Lagos de Covadonga di 181,5 km e circa 4.000 metri di dislivello.
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Si parte dal mar di Biscaglia per arrivare in cima a una salita mitica, che ha fatto la storia della Vuelta, ma anche della Spagna. A Covadonga, tra il 718 e il 722, i cristiani guidati da Pelayo, ottennero la prima grande vittoria dopo la conquista della Spagna da parte dei Mori. In pratica questa battaglia segnò l’inizio della Reconquista, che però durò ben 750 anni.
Ma torniamo all’aspetto agonistico. Questa durissima frazione arriva dopo il secondo giorno di riposo, qualcuno rischia di pagare dazio. Poi bisogna fare attenzione al primo Gpm, il Fitu. Non tanto perché possa fare danni in salita, è pur sempre un prima categoria con rampe al 12%, quanto per la discesa. Lì ci sono sempre cadute, soprattutto c’è una curva tremenda. E in più spesso c’è nebbia. Siamo nel mezzo delle Asturie.
Poi, a rendere dura la tappa, la Collada Llamena, un altro gpm di 1a con 7,6 km al 9,3%. Tosta, tostissima, solo dal 2° al 3° km è un filino più facile. Per il resto è in piedi, con punte al 14%. La salita dei Lagos si prende da Cangas de Onis e proprio andando verso questo paese Miguel Indurain mise il piede a terra: la sua carriera si concluse lì. Stavolta da scalare ci sono 12,5 km e 1.069 metri di dislivello, con una pendenza media del 6,9% e massima del 16 a metà salita. Una montagna particolare con i primi 7,5 km duri e costanti, poi, prima di arrivare in cima, si sale a denti di sega, ovvero falsopiano, rampa dura, discesina, rampa dura, discesa di circa mille metri e ultimi 300 metri ancora a salire ma non pendenti.