Granada Motril-Granada, 178,5 km: è la 9a tappa della Vuelta. È la classica tappa di media montagna in terra granadina. Motril, chiamato “Puerto Pepino” per la grande produzione locale di cetrioli (ma anche di pomodori cherry), si vanta di godere di 320 giorni di sole all’anno. Di certo, prima del via, bisogna provare il chirimoyo, un dolce tesoro locale. Il traguardo è nella magica città dell’Alhambra e del Albaicin, all’ombra del quartiere gitano del Sacromonte con le sue “cuevas” e il suono del vero flamenco.
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Siamo al nono giorno di grande calore e ci sono tre gpm di 1a categoria da affrontare: El Purche, che ha rampe impegnative (prima della cima si tocca il 17%), e due volte Hazallanas, che è durissimo. Sono 7,1 km al 9,5% con i primi 5 chilometri davvero tremendi, con la pendenza massima al 20%. Il traguardo però è in città ma prima della discesa bisogna affrontare 4.500 metri di dislivello.
Da queste parti la Vuelta dice sempre qualcosa di importante. Valverde, nel 2006, sul Monachil finì nella trappola dei kazaki e addio sogni di gloria: la Vuelta se la portò a casa Vinokourov. Carlos Rodriguez, una delle grandi speranze del ciclismo spagnolo, punta forte su questa frazione visto che corre sulle strade di casa essendo di Almuñécar. Ma finora il corridore della Ineos ha deluso. Dopo un Tour così così, il 12° posto è inferiore alle sue aspettative, si pensava che in questa corsa potesse puntare molto in alto, invece finora è buio totale.
Stavolta bisogna vedere cosa si mettono in testa soprattutto Roglic, ma anche Mas. Dicono di voler vincere la Vuelta: si muoveranno o aspetteranno? Domani c’è il primo giorno di riposo ma oggi è difficile, con quello che li aspetta nella terza settimana, che i big facciano i fuochi artificiali.