Dal 60esimo Giro della Valle d’Aosta escono indicazioni precise. Il belga Jarno Widar è l’uomo del momento, Ludovico Crescioli (Team Technipes @inEmiliaRomagna) è il nostro miglior scalatore (terzo sul podio della classifica generale), il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana) la sorpresa.
Widar è un “teen” (compirà 19 anni a metà novembre) molto più adulto della sua età. Scende dal Belgio con una formazione debole, che concluderà il Valle d’Aosta con due atleti, Widar e Eeman Kamiel, fondamentale nell’ultima tappa quando la Lotto ha commesso l’errore di lasciare solo Widar solo sulla linea di partenza (durante la presentazione delle maglie) sotto una pioggia intensa e fredda. Il teen, con la sottilissima maglia gialla di leader addosso, ha iniziato a tremare e la situazione è diventata ancora più insostenibile nella discesa verso Chatillon.
Tratto di trasferimento, il belga trova l’ammiraglia, si veste, in gruppo lo aspettano, rientra in fondo mentre davanti già iniziano a menare e si accorge subito che chi è intorno a lui “non ha troppa voglia di pedalare e fare la corsa”, dice.
Si arrabbia. Il compagno Kamiel è fondamentale in questa fase, gioca il ruolo del perfetto gregario, Widar deve recuperare un minuto e mezzo per rientrare sulla testa della corsa dove si trovano gli altri uomini di classifica anche se con distacchi superiori ai quattro minuti. Il teen ha la personalità del leader. Al Valle d’Aosta è venuto per fare “preparazione in vista del Tour de l’Avenir”, terra francese, occhi del mondo puntati addosso, ma il mondo ha già nel mirino il “piccolino” della Lotto, 167 centimetri, 52 chilogrammi, gambette anche un po’ storte, fisico inusuale per un ciclista che non sia hispanico.
Widar ha pure le sue manie. La prima: allacciarsi gli scarpini (col laccio notare bene) sulla riga di partenza. La seconda: deglutire una manciata di caramelle orsetto gommose appena tagliato il traguardo. Dice di “non essere pronto per il passaggio al professionismo” e intende aspettare almeno un anno ancora per “imparare a non commettere l’errore di rimanere incastrato in fondo al gruppo”. Quando arriva la salita attacca. Raramente si alza sulla sella. Respira con leggerezza. Apparentemente sembra non fare sforzi. Gradisce le salite lunghe e con pendenze importanti. Non si volta indietro a vedere chi ha a ruota e se qualcuno c’è, di rado chiede i cambi. Il teen terribile ha anche una attitudine, sa stare al centro della scena, disponibile con tutti, mai volgare, ma sa tenere le distanze.
Dopo il Giro d’Italia e il Valle d’Aosta vuole il Tour de l’Avenir e il mondiale (a Zurigo). In Francia e in Svizzera ritroverà Crescioli: il toscano è già al Sestriere per preparare la seconda parte della stagione. Ha indossato la maglia gialla per un giorno, e se non fosse caduto nell’ultima tappa (in un alternarsi di pioggia, e un finale a Cervinia col sole), forse avrebbe ottenuto il secondo posto nella generale (a 4’,49” da Widar) a scapito di Dostiyev (distacco tra i due 19 secondi). Il podio lo ha ottenuto con determinazione, si aspetta la convocazione per il Mondiale.
Una rivelazione il kasako Dostiyev che raramente concede un sorrido, anche perché parla solo russo e non capendo un’acca la sua strategia è chiara: meglio tenere la bocca chiusa e far girare le gambe. Personalità complessa: vince la prima durissima tappa (42 km in terra francese, verso i 1354 metri di Passy Plane Joux), e con un asciugamano intorno al collo aspetta per oltre mezz’ora seduto in un muretto che qualcuno lo consideri. Serissimo, quasi triste, non si capisce cosa possa passargli per la testa, forse sconvolto dalla sua performance, “prima volta che vado così forte” dice, merito di aver “cambiato squadra, allenatori, allenamento”. Insomma, l’Astana ci ha visto qualcosa e ci ha azzeccato in pieno. Il kazaco sa dove mettere la ruota, sempre a centimetro da quella di Widar. Non commette errori e stringe la mano alla maglia gialla poco prima di tagliare il traguardo di Cervinia. Gesto di estrema signorilità. Jarno gli concede il secondo posto in una tappa andata allo spagnolo Pablo Torres Arias (UAE).
Dal Giro della Valle d’Aosta ne escono bene gli italiani Gualdi, Roganti, Scalco, Bracalente (anche se con prestazioni contrastanti), Biagini (messo fuori gara dalla stretta di una ammiraglia). Il campione italiano Zamperini ha fatto il suo chiudendo 23esimo in generale a 39’20”. Tutto sommato, in un parterre internazionale così prestigioso e ricco di team development (vivai delle World Tour), ci è andata piuttosto bene.
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