Per respirare un po’ l’aria della corsa, e per ascoltare come la pensano gli appassionati, l’idea di oggi è stata quella di vedere la quinta tappa del Tour in un club di ciclisti. Scelta caduta sul Belelò di Mazzano. Tra l’altro anche il meteo, brutto come sulle strade della Boucle, aiuta a entrare nel mood. È da qui che dopo la straordinaria volata di Mark Cavendish chiamo Re Leone Cipollini per la zampata quotidiana. Che però parte con una carezza.
Mario ammetto: non mi aspettavo che Cav potesse vincere ancora al Tour. Invece ha fatto una volata eccezionale. È partito che sembrava un giaguaro e s’è capito subito che contro la sua maestosa volata non c’era niente da fare.
«Non lo pensavo neanch’io. Sono molto sorpreso perché dopo averlo visto in corsa sabato non pensavo proprio potesse vincere. Bisogna fargli dei grandi complimenti perché è stato superlativo. C’è da dire che queste sono anche le sue volate. Sono arrivi da corpo a corpo, dove lui può far valere la padronanza del mezzo e la sua qualità migliore che è la variazione di velocità. E ti dirò di più: ne vince altre di tappe. Poi, al di là del trionfo di oggi Mark ha dimostrato voglia, passione, perseveranza. Ha centrato l’obiettivo della vita. E la cosa ancora più bella è che c’era tutta la sua famiglia».
Si vede che ci credeva proprio.
«Non so se la famiglia segue tutte le tappe o meno, ma di certo i velocisti sentono sempre qualcosa. Hanno una sensibilità particolare».
Mi dicevi che secondo te Cav vincerà altre tappe in questo Tour.
«Si, perché vedo poca convinzione tra gli altri velocisti. Tutti aspettano sempre Philipsen che però dalla Sanremo vinta non è più lo stesso corridore. Anche al Giro del Belgio ha perso due volate da Merlier».
Parlando di Philipsen non possiamo trascurare il suo compagno di squadra: Van der Poel. Da lui oggi mi aspettavo di più, invece al momento del lancio s’è rialzato.
«Non ho capito la sua azione perché quando doveva partire è uscito di scena. I casi sono due: o ha avuto un problema meccanico oppure ha avuto un po’ paura».
In che senso Mario?
«Lui era a destra con la strada che girava leggermente dalla sua parte. Magari temeva che quelli da sinistra chiudessero e lui si venisse a trovare in una situazione di pericolo. Che lo tirassero giù. Con le Olimpiadi…».
Cipo ma oggi non diciamo nulla della maglia gialla?
«Come no! Anche oggi Pogacar ha dimostrato una grande abilità di guida. Ai -59 ha rischiato di finire in un cartello. E si sarebbe fatto male davvero. Invece ha dimostrato ancora una volta la completezza del campione. Certo che i corridori sbagliano perché nessuno in gruppo ha segnalato quel pericolo. Bravo invece De Lie, che in una situazione analoga ai -4, ha alzato la mano e segnalato il problema. Non puoi fregartene dei tuoi colleghi sperando che a te vada sempre bene».