Remco Evenepoel non ha tradito le aspettative e alla cronometro del Giro del Delfinato ha fatto segnare il miglior tempo conquistando anche il primo posto nella classifica generale. Questo per il belga era un test importante, non solo per capire lo stato della clavicola fratturata lo scorso aprile, ma anche per fare una valutazione in vista del prossimo Tour de France.
«È andata meglio del previsto. Oggi avevo buone gambe e sulla bici il feeling era ottimo. Questo è positivo sia per aumentare la fiducia nell'immediato che per il futuro. È sempre bello poter concludere una corsa a tappe con un buon risultato. Adesso potrò divertirmi. Vedremo giorno per giorno come affronteremo le tappe, ma in tanto posso godermi questo risultato».
Finchè il fiammingo non ha iniziato la sua prova, il miglior tempo era stato segnato dal campione europeo Joshua Tarling, che alla fine ha chiuso al secondo posto. «Arrivato al secondo intermedio avevo ancora dei dubbi sulla possibilità di farcela, perché i miei due secondi di bonus si erano già trasformati in un secondo di deficit. Per fortuna ho visto che avevo ancora un po' di forza, ma posso dire che ero veramente al limite. Nel finale sono riuscito comunque a migliorare e ultimi chilometri in salita sono stati a mio favore».
Remco Evenepoel oggi ha corso con la maglia di campione del mondo e da domani indosserà la maglia gialla di leader della corsa. Adesso la classifica generale è stata completamente stravolta ed Evenepoel è primo con un vantaggio di 33” su Roglic e 1’04” su Jorgenson. Il Delfinato si concluderà domenica, ma i corridori dovranno affrontare un fine settimana segnato dalle salite e la classifica potrebbe ancora cambiare.
«La vittoria finale? Dipende dalle gambe degli ultimi tre giorni. Il fine settimana sarà molto duro e devo affrontare un giorno alla volta. Ho ancora molto lavoro davanti a me. È incredibile che io possa già essere a questo livello. Devo continuare a lavorare con questo slancio. Sono molto orgoglioso in questo momento. Voglio ringraziare il mio team e la mia famiglia per tutto il supporto e il tempo che mi hanno dedicato. È stata una lunga strada, dove sono stato costretto a stare tre settimane praticamente senza bici, poi solo quattro settimane di allenamento. Questo è ovviamente un buon segno per il Tour e per la mia prossima preparazione».
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