Mario Cipollini ha una visione del ciclismo illuminante. Non solo il suo punto di vista non è mai banale, lui vede la corsa con occhi e sensibilità speciali. Nota dettagli in più. Riesce con i suoi commenti a sorprenderti. Quindi anche oggi meglio mettersi a ruota del Capitano per analizzare bene questa 9a tappa del Giro d’Italia.
Perché vi aspettate che parli dei rischi che si sarebbe preso Pogacar in volata o di perché Milan che s’è fatto rimontare, giusto? Eccolo, tirato a lucido dopo un lungo di sei ore.
«Ci sono situazioni che non riesco nemmeno a comprendere. Vedo cose in corsa che non ero abituato a vivere».
Vai Mario.
«Allora: quando io correvo ero il velocista di riferimento. Ma io squadre che aiutavano la mia non ne ho mai trovate. Qui, ordini d’arrivo alla mano, possiamo dire che il velocista di riferimento è Milan? Bene. Ma mi spieghi perché secondo te l’Alpecin ha tirato tutto il giorno».
No, dimmelo tu che è meglio.
«Quando Alaphilippe – che si dà da fare ma non è più quello di prima - ha attaccato, la Lidl Trek aveva già preso il comando della situazione. A quel punto l’Alpecin doveva mettersi a ruota e risparmiare energie per il finale, per la volata di Groves. Sbaglio? Ecco, invece hanno dato tutto. Poi l’australiano non ha avuto nessuno per il finale. Risultato: 7°. Stranissimo. Te ne dico un’altra?».
Dimmi che prendo nota.
«La Lidl Trek è venuta qua al Giro puntando tutto sulle volate di Milan, senza pensare alla classifica. Ma se non si muove Pogacar sul rettilineo finale quando lo riprendono Narvaez?».
Sotto le docce.
«Appunto. Non solo senza Pogacar non lo riprendono più, ma poi Consonni tira la volata a Milan che viene battuto. Eppure gli ultimi chilometri erano abbastanza facili, non servivano cose straordinarie per controllare la corsa. Invece Narvaez quasi vince. In una settimana sono arrivate tre fughe».
Molti commentatori hanno criticato Pogacar per il finale. Secondo loro ha rischiato troppo.
«Tadej ha fatto una menata, tanto domani c’è riposo. Cosa vuoi che sia. A lui viene tutto in modo naturale e ha provato a tirare la volata al suo compagno Molano. Pogacar ha quasi incoscienza nella gestione del suo talento e delle sue capacità. Fa le cose con semplicità di un ragazzo. Gli vengono quasi per gioco. I campioni del passato erano più calcolatori, più ponderati. Lui è così, istintivo. Quando ha voglia, gira la manopola e accelera. Ma lo vedi che si muove con naturalezza. Thomas è il contrario. Quando la corsa si complica lui scivola dietro, così i suoi compagni devono andare a prenderlo, mettergli il ciuccio in bocca e riportarlo davanti».
Ma Pogacar ha sbagliato a spostarsi a sinistra?
«Ma no. Era già a sinistra e con la strada che gira leggermente da quella parte doveva andare lì, verso le transenne. Se si fosse spostato verso centro strada avrebbe dovuto tagliare tutta la carreggiata. E se uno avesse anticipato la volata da dietro lo avrebbe tamponato».