Due amici che chiacchierano, si confrontano, discutono. Due amici che hanno in comune un brutto carattere (sono un po’ criticoni, fuori dagli schemi, a volte polemici) ma anche alcune grandi passioni. Una di queste è il ciclismo e, nello specifico, amano il Giro d’Italia. Uno dei due pedala ed è curioso, vorrebbe capire meglio questo sport e le sue dinamiche. Così chiede all’altro che è stato un grande campione, il più forte velocista di tutti i tempi e nel suo palmares ha – record – ben 42 tappe vinte nella Corsa Rosa. Quando correva lo chiamavano Re Leone. E adesso che ha 57 anni, continua ad allenarsi, studiare il ciclismo, sperimentare. Irrequieto come un felino, sempre alla ricerca della perfezione. Ma lui ha anche una visione lucidissima e molto acuta di quello che succede in corsa. Vede e capisce quello che molti non vedono e non capiscono. Le loro idee nate a caldo, appena finita la tappa, diventano così “La zampata”, un appuntamento quotidiano dove Mario Cipollini analizzerà in modo graffiante quello che è successo durante la tappa.
Allora Mario, cosa ne pensi di questa frazione d’apertura?
«Che la Uae si è liquefatta e che Pogacar ci è rimasto male. Sembrava tutto pianificato per la sua vittoria ma non è andata come speravano loro. Non hanno ottenuto i risultato che volevano. E il gesto a bocca aperta dello sloveno sul traguardo la dice lunga sul suo disappunto. Forse come squadra hanno esagerato e sulla Maddalena si sono trovati con il solo Majka. La “zampata” oggi va a loro. Certo che questa salita comunque l’hanno fatta forte, secondo me con una Vam di 1.700/1.800. Ora bisogna capire se è stata una giornata storta o la conseguenza di una preparazione particolare. Pogacar forse oggi non era al 100 per cento se gli è rimasto a ruota in salita Narvaez. Magari ha bisogno di qualche giorno per ritrovare la gamba migliore».
A proposito di Narvaez, campione nazionale dell’Ecuador: secondo te potrebbe impensierire lo sloveno nella generale? Perché un rivale a Tadej bisogna pure trovarlo.
«Ma no, non credo».
Bardet oggi ha pagato: potrà ancora avere ambizioni di classifica in questo Giro?
«Non ero sicuro che potesse puntare al podio prima, non lo escludo ora. Non è una salita di 15’ alla prima tappa a dire chi può fare classifica. Magari il francese, che finora in stagione è andato forte, oggi è andato piano perché magari ha avuto solamente una giornata no, era un po’ ingolfato. Ma arrivare a Roma è lunga. Ma lunga tanto. Comunque questa è stata una tappa atipica».
Domani si arriva in salita al Santuario di Oropa: secondo te cosa succede?
«Che sarà una realtà completamente diversa rispetto a oggi. La Uae tornerà nel migliore modo possibile».