La partnership tra la Red Bull e il numero uno della Bora-Hansgrohe, Ralph Denk, è diventata realtà e a partire dal Tour 2024 la squadra si chiamerà Red Bull-Bora hansgrohe. Tra gli obiettivi principali, oltre all’aumento di capitale per far crescere la squadra dei professionisti, ci sarà un forte investimento per il futuro, attraverso un nuovo programma under 23 e per gli juniores. Mentre per quanto riguarda le voci relative all’ingresso in squadra di corridori del calibro di Evenepoel e Van Aert, entrambi già sponsorizzati dalla Red Bull, Denk è stato cauto e ha detto che tutto dipenderà dall’andamento del mercato.
«L'accordo è fatto, abbiamo iniziato a parlare alla fine di gennaio, abbiamo avuto il via libera dall'Antitrust e da Bora e Hansgrohe – ha detto Denk in conferenza stampa - Penso che questo sia un qualcosa di grande per tutto il ciclismo. Ringrazio tutte le compagnie che ci hanno supportato fin dall'inizio». L’investimento sarà importante e per Denk, questo rappresenta un maggior benessere per tutti i corridori e lo staff, che in questo modo potranno puntare ai massimi obiettivi sportivi.
«Red Bull non vuol dire soltanto investimento, vuol dire anche potenziale. È un brand tra i più riconosciuti, vogliamo cambiare il nostro approccio con lo sport e Red Bull ha visto il nostro potenziale e ha voluto investire. Avremo un nuovo nome, la squadra si chiamerà Red Bull - Bora Hansgrohe, tutto un nuovo brand che comprenderà bici e abbigliamento. Sarà un nuovo grande lavoro per tutti noi e sarà un cambio che darà grandi motivazioni a tutti».
Non ci sarà solo la squadra dei professionisti, ma anche tanto spazio per i più giovani e la possibilità di trovare nuovi talenti a livello internazionale uscendo fuori dal panorama tedesco e austriaco.
«Oltre alla squadra dei professionisti avremo anche il team junior dove creeremo nuovi talenti da far diventare i professionisti del futuro e lavorare con i giovani è una cosa bellissima. Allargheremo la nostra famiglia anche con una squadra under 23 per scoprire nuovi ragazzi con talento, ma non faremo una squadra femminile».
Denk guarda verso il futuro senza dimenticare il passato, a partire dalla prima wild card e all’arrivo di Peter Sagan. «Ho dei bellissimi ricordi sulla nostra avventura. Nel 2012 abbiamo avuto una wild card e per una squadra tedesca era una cosa molto difficile e quella per noi resterà una pietra miliare della nostra storia e poi abbiamo fatto il Tour de France per tre volte di fila. Red Bull non vuol dire solo soldi ma anche un progetto a lungo termine, grazie alla stabilità finanziaria. Nei brevi termini puoi anche avere la passione che colma la mancanza finanziaria, ma se vuoi migliorare serve un budget che mantenga corridori e staff di alto livello». T
ra i ricordi c’è quello di Sagan che sicuramente aveva rivoluzionato la squadra tedesca e che, grazie a lui, riuscì ad ottenere risultati importanti. «Sicuramente l’arrivo di Sagan nel 2016 ci ha portato una ventata d’aria fresca e anche quella verrà ricordata come una pietra miliare che va oltre i risultati ottenuti. La squadra avrà con Red Bull un focus internazionale e la licenza sarà tedesca e non austriaca. Ci sarà anche un progetto per i giovanissimi dai 15 anni perché abbiamo avuto tante richieste e tra un mese quando ci saranno le selezioni del Red Bull Junior Brothers, sarà sicuramente una grande giornata».
Riguardo Remco e Van Aert e alle voci che li vedevano presto con la squadra tedesca, Denk è stato cauto e non ha voluto dare informazioni, spostando il discorso sul recupero di Roglic. «Ci sono tanti corridori fantastici che ci hanno accostato, ma sono tutti sotto contratto e bisogna vedere come si svilupperà il mercato nei prossimi anni. Roglic sta bene è tornato in bici e sta facendo delle ricognizioni per il Tour de France».
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