LIEGI. CERAMI, PREZIOSI E IL RISCATTO DEI "MACCHERONI" ITALIANI IN BELGIO

STORIA | 21/04/2024 | 08:11
di Francesca Monzone

C’era un accordo tra l’Italia e il Belgio, che aveva l’odore della fatica e del carbone. Si trattava di quel patto fatto nel dopoguerra che diceva: carbone belga in cambio di lavoratori meridionali. Gli italiani che non avevano i soldi per andare in America, con un treno che attraversava il Nord della Francia arrivavano in Belgio e la maggior parte di loro finiva nel sottosuolo e nell’industria siderurgica, professioni che i belgi non volevano più fare, ma indispensabili per la ripartenza del Paese, che nella seconda Grande Guerra aveva conosciuto le fiamme, le bombe e la distruzione.


Gli italiani non erano apprezzati e dai belgi venivano chiamati i “Maccheroni”, che di certo non era un complimento. Tra i maccheroni italiani c’erano anche due campioni del ciclismo, che sulle strade del Belgio hanno fatto la loro fortuna e che in qualche modo, hanno reso onore a quell’Italia che aveva ceduto tanti figli in cambio del carbone. Si tratta di Pino Cerami, nato in Sicilia a Misterbianco nel 1922 e di Carmine Preziosi, nato a Sant’Angelo all’Esca in provincia di Avellino nel 1943. Erano entrambi figli di minatori emigrati dal Belpaese e anche loro sognavano quel riscatto che grazie allo sport riuscirono a trovare. Per capire il dramma degli italiani nelle miniere della Vallonia, bisogna rifarsi alla drammatica tragedia di Marcinelle, quando nell'agosto del 1956 262 minatori, metà dei quali italiani, morirono nella miniera di Le Bois du Cazier. Solo allora il Belgio si rese conto di quanto doveva ai suoi Maccheroni ed emblematiche di quei giorni furono le immagini di re Baldovino che con sofferenza si era recato a Marcinelle.


Lo sport costruisce ponti tra terre e popoli e il ciclismo lo ha fatto tra l’Italia che doveva risorgere e il Belgio ricco di carbone. Proprio negli anni in cui fiamminghi e valloni imparavano le canzoni italiane, alcune delle quali fecero il giro del mondo, c’era Pino Cerami che dalla Sicilia arrivò in Belgio, perché i soldi per andare in America non bastavano e a Misterbianco non c’era più lavoro.

Pino tra i suoi successi vanta la vittoria alla Parigi-Roubaix nel 1960 e anche un secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi del 1963: quel suo piazzamento per gli italiani sporchi ancora del lavoro era come una vittoria straordinaria. Il siciliano divenne corridore in Belgio, ma nel suo cuore rimase sempre italiano, anche quando nel 1957 arrivò il passaporto belga e per ingraziare il suo nuovo paese nello stesso anno vinse il Giro del Belgio. Poi nel 1960 vinse la Parigi-Roubaix e due settimane dopo fu la volta della Freccia Vallone e con la maglia nazionale del Belgio arrivò terzo ai Mondiali di Sachsenring. 

In quello stesso anno l’ex fidanzata del padre di Maigret, George Simenon gli consegnò il Prix Orange, il premio dell'associazione dei giornalisti per il corridore più valoroso del gruppo.

Dopo di lui, un altro italiano ottenne lo status di migrante d’oro, non più Maccherone, ma un pari dei belgi. Si trattava di Carmine Preziosi, arrivato dall’Irpinia con la famiglia nel 1947, quando aveva appena 3 anni. Appena raggiunse l’età minima per lavorare, Carmine venne assunto in una fonderia diurna, per cinquanta ore lavorative settimanali e la sera lavorava in una falegnameria e le corse, in quegli anni, erano solo un hobby. Il talento era tanto e quando lavorava ancora, nel 1963 si mise in mostra alla Parigi-Tours dove arrivò quarto e poco prima nel Grand Prix de l'Amitié ottenne la vittoria e un compenso di  200.000 franchi con un ingaggio da professionista. L'anno successivo era  sul secondo gradino del podio del  Lombardia. Poi, nella stagione successiva, arrivò la consacrazione dell’italiano in Belgio, proprio davanti ai maccheroni che lavoravano in miniera, con la conquista della Liegi-Bastogne-Liegi nel 1965.

Carmine Graziosi e Pino Cerami, sono stati i due italiani che hanno costruito il vero ponte tra l’Italia e il Belgio e lo hanno fatto, correndo su una bici. Ma se Pino decise di diventare belga, Carmine è sempre rimasto italiano e nel 2022 nel suo Paese natio a Sant’Angelo all’Esca, è stata creata la piazza dello sportivo dove è stata posta una statua di bronzo, dedicata proprio a Carmine Preziosi.

I due bambini arrivati con un treno dal Sud dell’Italia, hanno insegnato tanto sia ai belgi che ai figli dei migranti e le loro corse in bici sono state l’esempio, di come i fiori più belli possono nascere dalla terra meno preziosa. Pino Cerami, nato italiano e morto belga nel 2014, riposa proprio in Vallonia, nel cimitero di Gerpininnes e ancora oggi sono tanti i ciclisti che passano a rendergli omaggio. Preziosi invece, anche se è rimasto a vivere in Belgio, non lontano da Charleroi, ha mantenuto i contatti con la sua gente a Sant’Angelo all’Esca ed è stato lui a compiere il miracolo che fece rialzare gli italiani in miniera. In quel 1965 i famosi Maccheroni delle miniere aspettavano quel riscatto, che non era arrivato con i piazzamenti di Adorni nel 1963 e nel 1964: il miracolo arrivò con Preziosi, che con la sua vittoria spinse i suoi connazionali a lottare per avere contratti migliori nel lavoro in miniera, dimostrando che quelle Classiche Monumento erano anche un affare dei meridionali che attraversavano le Alpi in cerca di fortuna.

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