Nei giorni scorsi Geraint Thomas ha deciso di prendere la parola per esprimere il suo sconcerto perché a suo avviso, nonostante i numerosi incidenti in corsa, nessuno realmente sta lavorando per diminuire i rischi. La sicurezza nel ciclismo è un tema caldo in questo momento e Geraint Thomas è convinto che non si stia facendo abbastanza per garantire meno danni ai corridori, che sempre più spesso finiscono rovinosamente a terra.
«La moderazione del traffico, i cordoli sporgenti, tutto questo genere di cose, sono certamente elementi di pericolo – ha detto il gallese della Ineos Grenadiers a Velo - Se pensassi troppo a queste cose, allora sarei sempre dietro e non correrei più. È frustrante. Non è cambiato nulla dai tempi di Gino Mäder. In questo sport c'è già l'elemento del pericolo, ma so che potrebbe essere fatto molto di più per aumentare la sicurezza ma purtroppo ancora non avviene».
Tra le cadute più importanti delle ultime settimane c’è stata quella della quarta tappa al Giro dei Paesi Baschi, dove un gruppo importante di corridori è finito a terra. Molti dirigenti delle squadre hanno voluto esprimere la loro preoccupazione riguardo gli incidenti in corsa e anche il capo della Ineos Grenadiers, Sir Jim Ratcliffe, ha recentemente chiesto più sicurezza agli organizzatori delle gare attraverso una lettera aperta e pubblicata sul sito web della squadra.
«Nella Formula 1, quando Ayrton Senna ebbe il suo incidente mortale 30 anni fa in Italia, l'organo di governo decise di trasformare le norme di sicurezza di uno degli sport più pericolosi al mondo e di conseguenza ridusse significativamente gli infortuni - ha scritto Ratcliffe nella sua lettera -. Ciò contrasta nettamente con il ciclismo dove, fino ad ora, gli organi governativi hanno apportato pochissime modifiche e gli incidenti gravi sono ancora un evento comune».
Con l'avvicinarsi del primo anniversario della tragica morte di Gino Mäder, avvenuta durante il Giro di Svizzera nel 2023, il presidente dell'UCI David Lappartient ha recentemente attribuito il 50% degli incidenti ad un atteggiamento sbagliato dei corridori stessi e per questo si sta pensando ad un sistema di cartellini gialli e rossi, per ammonire i comportamenti sbagliati all’interno del gruppo.
Geraint Thomas il prossimo maggio festeggerà 38 anni e come aveva detto lo scorso anno al Giro d’Italia dove aveva chiuso al secondo posto, è sempre convinto che adesso ogni vittoria, sia per lui un dono speciale.
Il britannico ha già vinto il Tour de France nel 2018 ed è arrivato secondo nel 2019 e nel 2022 e al Giro d’Italia è salito sul secondo gradino del podio nel 2023. Il suo contratto con la Ineos scadrà nel 2025, anno che potrebbe fissare il ritiro dalle corse del britannico. Quest’anno Thomas correrà sia il Giro d’Italia che il Tour de France, cercando di ottenere il miglior risultato possibile nella classifica generale.
Thomas ancora non ha ottenuto successi in questa stagione e il Tour of the Alps, per lui è un ottimo strumento per essere in buona condizione al Giro d’Italia. Il britannico, che ha un forte ascendente sul gruppo, chiede sicurezza non solo per se stesso ma anche per gli altri corridori ed è favorevole ad un lavoro di gruppo, dove tutte le parti interessate lavorino insieme per la sicurezza dei corridori in gara.