Ieri il Giro dei Paesi Baschi è stato sconvolto da una drammatica caduta nel corso della quarta tappa. Tanti i corridori coinvolti - tra loro Vingegaard, Vine, Evenepoel e Roglic e tutti uomini di punta per i grandi giri.
La pericolosità di quella discesa era stata già segnalata e alcuni mesi fa a lanciare l’allarme in modo profetico era stato proprio Jonas Vingegaard. Come riportato da Sporza, alcuni mesi fa, il leader della Visma-Lease a Bike aveva condiviso le sue preoccupazioni per quella discesa con l'agenzia di sicurezza Safe Cycling, che ha immediatamente contattato l'organizzazione. «Non abbiamo mai ricevuto risposta». ha detto al riguardo il CEO di Safe Cycling Markus Laerum.
Safe Cycling inoltre, come è possibile leggere dal loro sito, aveva incontrato nel dicembre 2023 e nel gennaio 2024 oltre 15 squadre e oltre 200 ciclisti professionisti in attività.
Durante gli incontri, avevano raccolto oltre 25.000 punti su cui intervenire e creato un database combinato con l'analisi dei dati relativi agli incidenti in corsa.
«Quelle di ieri sono state immagini terribili, ma soprattutto molto frustranti da vedere – ha continuato Markus Laerum - Soprattutto perché Jonas Vingegaard ci aveva già messo in guardia sei mesi fa su quella specifica corsa e discesa».
Laerum è il CEO e fondatore di Safe Cycling, azienda che ha come obiettivo la sicurezza in corsa. Da un lato è specializzata nella segnalazione dei punti potenzialmente pericolosi della gara, dall’altro funge anche da organo di collegamento tra i corridori e l’organizzazione per arrivare insieme a soluzioni più sicure.
Ad esempio, a gennaio l'azienda si era recata in Spagna, dove la maggior parte delle squadre era impegnata con i ritiri, per parlare con più di 200 corridori della sicurezza nelle gare della prossima stagione.
«Uno dei nostri interlocutori all'epoca era stato Jonas Vingegaard – ha detto Laerum a Sporza – e aveva condiviso con noi molte intuizioni. Sui pericoli generali della corsa, ma anche su tappe specifiche. Ed è qui che è nata la conversazione sui Paesi Baschi e quella discesa».
Safe Cycling collabora anche con ASO, RCS, Flanders Classics e Golazo e, dopo la conversazione con Vingegaard, aveva contattato gli organizzatori del Giro dei Paesi Baschi per discutere le preoccupazioni di Vingegaard, purtroppo però non è mai arrivata una risposta.
La domanda che a questo punto rimane è se quella caduta si sarebbe potuta evitare: secondo Laerum, chi lavora per la sicurezza in gara ha come fine quello di prevedere possibili incidenti ed evitarli, anche se questo non è mai possibile al cento per cento. «Gli incidenti capitano sempre in gara, ma possiamo ancora migliorare molte cose. La comunicazione tra gli organizzatori e i corridori non c'è, per esempio e speriamo di essere il megafono mancante, perche nulla è mai veramente condiviso».
È stato notato da corridori e squadre che ieri vicino a quella curva non c'era quasi nessuna segnalazione per avvisare del pericolo ai ciclisti e va sottolineato che dietro quella curva e nel rettilineo, c’erano grandi pietre, alberi, un canale di scolo in cemento e cartelli stradali.
«Un segnale di pericolo è ciò che i ciclisti chiedono maggiormente e lo fanno presente spesso. Noi cerchiamo di risolvere questo problema con frecce luminose a LED o addirittura segnali acustici. Molti corridori oggi hanno detto, ad esempio, che il fondo stradale era pericoloso e irregolare. Non è strano che questo non sia indicato? Spesso come organizzazione è difficile cambiare percorso, ma noi possiamo aiutare avvisando i corridori tempestivamente. Sono piccole cose, ma si spera che possano avere un grande impatto in futuro».
Purtroppo il danno ormai è stato fatto e una corsa di ciclismo, che dovrebbe essere sempre un momento di divertimento per il pubblico e di agonismo per i corridori, si è trasformata in un vera dramma e a pagare la posta più alta ancora una volta sono stati atleti mentre svolgevano il loro lavoro.