Matej Mohoric questa volta non ha vinto la Milano-Sanremo, ma lo sloveno della Bahrein-Victorious ha comunque lanciato un attacco ben sferrato nel finale. La sua è stata sicuramente una buona mossa, ma il gruppetto che lo inseguiva lo ha riassorbito quasi subito. Il suo unico successo alla Classicissima di primavera, rimane dunque quello del 2022, ma Matej è un corridore determinato e proverà ancora un assalto alla prima Classica Monumento dell’anno.
«Ho fatto tutto quello che potevo fare – ha detto lo sloveno dopo il traguardo – L’unica cosa che potessi fare era di provarci e io l’ho fatto». La vittoria, come era accaduto nel 2016 con Demare, è andata a un velocista e Philipsen, il più veloce, è stato quello che ha avuto la meglio sugli altri concorrenti. Tutti si aspettavano un duello a due tra Pogacar e Van der Poel con un finale in solitaria, ma così non è stato e la vittoria sul traguardo di Via Roma, è stata assegnata con una volata.
«Mathieu purtroppo si è accorto della presenza del suo compagno di squadra Philipsen dietro, io lo avevo visto, ma speravo che lui non se ne accorgesse. A quel punto eravamo già fuori dal Poggio e il finale sarebbe stato diverso».
Pogacar e i suoi compagni non sono riusciti a fare la differenza sulla Cipressa e sul Poggio e si sono portati dietro un gruppetto di corridori con dentro diversi uomini veloci, tra cui Jasper Philipsen. «Mathieu alla fine ha fatto quello che doveva fare, ha chiuso tutti avendo Jasper con lui e lo ha fatto posizionare bene. Hanno corso nel modo migliore e hanno sicuramente meritato la vittoria».
Questa è stata la Milano-Sanremo più veloce di sempre e con un ritmo così alto, nel finale le energie si affievoliscono sempre per tutti e per questo sull’ultimo rettilineo c’erano più corridori rispetto alle edizioni precedenti.
«La fuga è stata numerosa e formata da diversi corridori delle stessa squadra e per questo il ritmo è sempre stato alto e anche con i materiali che ogni anno migliorano, possiamo sempre essere più veloci. Ma questa velocità se da una parte ti facilità a stare a ruota degli altri, dall’altra ti costringe ad essere sempre più tecnico e quindi certe volte è più importante la posizione che la forza pura». Il modo di correre sta lentamente cambiando e i materiali hanno un ruolo sempre più importante in gara, ma la tecnica, l’abilità di guida e l’intuizione sono ancora al primo posto, in una gara imprevedibile come la Sanremo.
La Cipressa e il Poggio restano sempre i punti chiave di questa Classica e saper interpretare bene la corsa in quei passaggi, è fondamentale per chi vuole provare a vincere la prima Classica Monumento dell’anno.
«Penso che sia sulla Cipressa che sul Poggio siamo andati alla massima velocità. Non siamo delle motociclette e non credo che il ritmo si potesse alzare ancora. Siamo umani e il passo con cui siamo saliti, vi garantisco che era veramente alto».
Tutti i corridori sapevano che sulle due salite finali della corsa, ci sarebbe stato un attacco della UAE Emirates e che Pogacar avrebbe cercato di far esplodere la corsa sul Poggio o prima ancora sulla Cipressa. Questo ha determinato anche la scelta dei materiali e per questo Matej Mohoric ha optato per una bici più veloce, lasciando a casa quella con il reggisella telescopico, che utilizzò nel 2022, quando su via Roma tagliò da solo il traguardo.
«Abbiamo usato la bici veloce e per questo ci sono dei compromessi da fare. Sapevamo chel a corsa sarebbe stata estremamente veloce e penso che lo sarà sempre di più, quindi ci siamo dovuti adeguare e optare per una bici più adatta a queste esigenze. Per far bene una corsa bisogna anche essere bravi a scegliere i materiali».