In principio la storia ricorda molto la Coppa Cobram, almeno per numero di corridori non arrivati al traguardo. A pensarci bene, invece, ha del clamoroso e qui ci fermiamo lasciando ad ognuno libertà di giudizio.
Accade in Spagna e a raccontarlo è stato il collega Fernando Ferrari di Ciclo 21 (se volete, c'è anche il video riassunto della corsa, dura oltree un'ora), portale iberico dedicato alle due ruote. Il fattaccio va in scena sabato 2 marzo a Villena di Alicante, dove è in programma la sesta prova dell’Interclub Vinalopó, un circuito regionale per amatori che in questo 2024 festeggia le sue quaranta edizioni.
Partenti 182 (dai più giovani ai master), arrivati al traguardo 52. Una vera e propria moria di atleti: ma attenzione, nessuna nevicata improvvisa, nessuna Trattoria al Curvone dove piombare nel bel mezzo di un matrimonio, nessun evento straordinario.
A meno che tale non si voglia considerare la presenza al traguardo degli agenti della CELAD (Commissione spagnola per la lotta contro il doping nello sport).
Le cronache riportano sì di una caduta a pochi chilometri dal traguardo che ha coinvolto alcuni corridori, ma non tale da giustificare la fuga di massa a tutta velocità verso le auto, per caricare la bicicletta e guadagnare la strada di casa.
Ovviamente c’è chi ha il coraggio di parklare, come Alvaro Marzà, secondo al traguardo e regolarmente sottoposto ai controlli antidoping. «Sappiamio tutti chi corre lealmente e chi no. Per esempio, c’era un corridore nel quartetto di testa che poi è sparito. Quando ci sono i controlli, curiosamente sono gli stessi di sempre: ovviamente senza prove non possiamo accusare, ma è tutto molto evidente, è sotto gli occhi di tutti».
Al termine della giornata, di fronte all’evidenza dei fatti, gli organizzatori hanno emesso una nota nella quale sottolineano come il Circuito Interclub Vinalopó aderisca alle rigide regole antidoping dell'UCI, con controlli a sopresa organizzati e volti dalla CELAD (Commissione spagnola per la lotta contro il doping nello sport): «Vogliamo inviare un messaggio chiaro a tutti i partecipanti e agli appassionati di ciclismo: il doping non ha posto nel nostro sport. Sosteniamo i ciclisti che competono in modo corretto e onesto e sono determinati a proteggere l'integrità del movimento».
Chissà cosa ne pensano quelli che sono scappati alla chetichella...