E’ una grande storia d’amore: lei e le biciclette. “Mary sgattaiola via e si dirige verso le biciclette dei ragazzi troppo intenti nelle loro conversazioni per accorgersi che la ragazzina le prova tutte”, “Guai, tuttavia, a farsi vedere dai fratelli a prendere le loro bici, specialmente Enrico, gelosissimo della sua Bianchi, come se fosse una fidanzata”, “Quella più alla portata era in realtà la bici del nonno, chiamata ‘La Cavallona’ per via delle sue grandi misure”.
E’ una grande storia d’amore: lei e gli allenamenti. “I primi allenamenti Mary li compie con il padre Battista, lui in sella al suo ciclomotore Gilera, lei al seguito in bicicletta lungo il tragitto dalle Fornaci a Quinzano d’Oglio, una strada di una trentina di chilometri tutta dritta. Mary seguiva il motorino come una dietro motori, poi di tanto in tanto, al segnale convenuto con il padre, doveva scattare avanti e superare il motorino tarato per una velocità massima di 50 orari”.
E’ una grande storia d’amore: lei e le corse. A Sarmato “Mary vince in volata grazie ad uno stratagemma adottato con il fratello Carlo che si posiziona molto prima di quanto convenuto sul rettilineo d’arrivo, dando il segnale a Mary di scattare e anticipare così le avversarie, sulla carta più veloci di lei”.
E’ la grande storia d’amore di Mary Cressari nel libro sulla sua vita, “Mary Cressari – La donna dei record” di Paolo Venturini (Compagnia della stampa Massetti Rodella Editori, 208 pagine, 20 euro, con la prefazione di un’altra donna dei record, Vittoria Bussi). Le biciclette, gli allenamenti, le corse e molto altro, molto di più, fra storie e racconti, curiosità e dettagli, spesso divertenti.
Come ai Mondiali di Leicester, in Inghilterra, nel 1970: “Di quella rassegna c’è solo il ricordo dell’alloggio, stipati tutti assieme, uomini e donne, in un convento adibito ad ostello”. Come la bici per i record a Città del Messico, nel 1972: “I giudici, in un eccesso di pignoleria, bocciano in un primo tempo la bici di Mary perché sul telaio risulta la scritta della marca
Pogliaghi che Bonariva è costretto a rasare con della carta vetrata”, “Non regolamentare pure il sellino che sul retro riporta la scritta Selle Italia” tant’è che “costringe Mary e Bonariva a scuoiare il sellino del rivestimento che non si può togliere del tutto e finisce per sventolargli nel sedere mentre il sellino risulta così piuttosto scomodo per non dire dolente”. Come il casco per il record dell’ora, nel 1972: “Nota, abbandonato su una panchina, un caschetto nero da ciclista. Scopre che è quello utilizzato da Merckx il mese prima per il record e dimenticato là chissà come. Mary lo prova, le sta bene, è della sua misura e decide di indossarlo”.
Forse la storia più sorprendente viene da un’altra dichiarazione d’amore, quella del matrimonio: “Il celebrante le nozze, un delegato del sindaco, ad un certo punto rivolge agli sposini una domanda: ‘Dove sono i testimoni?’. Mary e Angelo cadono dal fico e si guardano smarriti”, “Mary scende in strada e ferma i primi due uomini in bicicletta chiedendo loro di fargli per favore da testimoni, altrimenti il matrimonio andrà a monte”, il bello è che “ancora oggi Mary non conosce l’identità di quei giovanotti che, involontariamente, salvano il suo matrimonio”.
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