A Madrid Richard Plugge, Ceo della Jumbo-Visma, può tirare un sospiro di sollievo: adesso anche la maglia rossa della Vuelta è un successo del suo team e i giallo neri, in un solo anno hanno conquistato quella grande corona formata dai tre grandi giri.
Una delle domande che fino ad oggi era rimasta senza una risposta chiara, riguardava la scelta di Kuss come vincitore della Vuelta, preferendolo al posto dei più noti Vingegaard e Roglic. Richard Plugge non ha avuto tentennamenti e in modo semplice ha spiegato la scelta fatta.
«Non è possibile scegliere un figlio piuttosto che un altro e così ci siamo seduti tutti a tavolino e abbiamo parlato tutti e alla fine è stata presa una decisione che è stata sostenuta da corridori e tecnici insieme».
Scegliere non è mai facile, ma la vittoria doveva andare ad un solo corridore e alla fine Kuss, che ha sempre avuto il ruolo del gregario, ha avuto l’onore di vincere la Vuelta. In squadra continua a regnare la serenità e l’equilibrio e nessun leader si è risentito per la scelta presa.
«Non c’è nessun conflitto con Vingegaard e Roglic, al contrario hanno sostenuto la decisione. Se vogliamo andare nello specifico, tutti i danesi pensavano che Vingegaard avrebbe dovuto vincere, tutti gli americani pensavano che Sepp avrebbe dovuto vincere. E tutti gli sloveni vedevano Primoz come il grande prescelto. Poi è stata coinvolta anche mezza Spagna. I media poi hanno creato un vero e proprio caso sulla vicenda e questo penso perché piacciamo a tutti. Posso solo dire che non c’è stato nessun problema».
Da qualche giorno si legge su diversi quotidiani e riviste del settore che Roglic lascerà la Jumbo-Visma prima della scadenza del contratto. Le ipotesi fatte sono state molte, tra cui Movistar e Ineos-Grenadiers, ma Plugge ha smentito in modo chiaro. «Roglic resterà dove è adesso. Ha un contratto fino al 2025 e non ci sono motivi per interrompere il nostro rapporto».
Il numero uno del team olandese, aveva detto che si può ancora migliorare. Ma dopo aver vinto i tre grandi giri con tre diversi corridori, è difficile pensare che sia possibile ottenere ancora di più.
«L’unico obiettivo che non abbiamo raggiunto quest'anno riguarda le Classiche. Non abbiamo vinto il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix e questo vuol dire che c’è ancora tanto da fare. I risultati ottenuti fino ad ora, sono la ricompensa di un duro lavoro fatto in un decennio. Adesso però non ci fermeremo e pianificheremo il nuovo lavoro che arriverà fino al 2030».