RIFORMA SPORT. PRESIDENTE DEL V.C. SAN VENDEMIANO: «NON SIAMO UN'AZIENDA, SENZA PICCOLE SOCIETÀ I RAGAZZI DOVE ANDRANNO?»

DIBATTITO | 09/09/2023 | 07:45
di Luca Galimberti

È un tema “caldo” e molto discusso, soprattutto tra le Società Sportive di base: stiamo parlando della Riforma dello Sport entrata in vigore il primo luglio scorso. Tuttobiciweb ha raccolto il grido d’allarme di Fermino Lira, presidente del GS Fonzaso che ha dichiarato: «Il GS Fonzaso non ha le risorse per applicare i requisiti della riforma e, se le regole resteranno le stesse, dovrà chiudere i battenti».  


Il dirigente bellunese non è l’unico a far sentire la propria voce, a fargli eco è Fabrizio Furlan, presidente del sodalizio trevigiano Velo Club San Vendemiano che ha annunciato la decisione, presa assieme al direttivo della Società di sospendere l’attività delle categorie Esordienti ed Allievi a partire dal primo gennaio prossimo.


«La Riforma dello Sport equipara Società come la nostra a squadre professionistiche imponendoci oneri, responsabilità e contratti di lavoro come una vera e propria azienda. Ma noi non siamo un'azienda, siamo una semplice associazione formata da volontari che dà la possibilità a tanti ragazzini di provare a correre in bicicletta» afferma il dirigente veneto in una intervista pubblicata da La Tribuna.

Ed ancora: «Non posso assumermi responsabilità tali per quella che è una semplice passione e un servizio che facciamo a tutta la comunità in maniera gratuita e disinteressata».

Il patron della formazione nero-verde nella stessa intervista dichiara di aver espresso la propria preoccupazione in una lettera inviata alle istituzioni sportive, dal Presidente Provinciale a quello del Comitato Regionale della Federciclismo fino ad arrivare al CONI.

Per ora la sola risposta alla richiesta d’aiuto è arrivata dal Presidente del Coni Giovanni Malagò: «Il Presidente dice di condividere il mio punto di vista e che si adopererà con ogni mezzo per cercare di risolvere le criticità. Ma nel frattempo i problemi restano in capo a noi e siamo noi, semplici volontari, a doverci mettere la faccia» afferma Furlan.

Il numero uno della compagine trevigiana si dice a più riprese preoccupato ma non vuole gettare definitivamente la spugna: «Cerchiamo di salvare ciò che possiamo. Porteremo avanti l'attività dei Giovanissimi e cercheremo di confermare le organizzazioni già messe in calendario. Poi staremo alla finestra, se le cose cambieranno potremmo anche riprendere l'attività, ma solo se ce ne saranno le condizioni».

Furlan sottolinea come sia necessaria una distinzione tra chi fa dello sport una professione le piccole Società sportive che operano nel sociale a favore dei giovani e si chiede: «Senza di noi e senza lo sport questi giovani dove andranno?». Il tema è caldo e il dibattito aperto.

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