Sulla crisi di Remco Evenepoel ieri sul Col de l’Aubisque è intervenuto il numero uno del Wolfpack, Patrick Lefevere, che alla stampa belga, ha voluto raccontare le impressioni avute mentre in televisione stava seguendo la tappa.
«Prima di tutto è certo che Remco al via della tappa non era malato – ha spiegato Lefevere -. Contrariamente alle mie abitudini avevo mandato un messaggio nel gruppo WhatsApp della squadra riguardo alla tappa del Tourmalet. Qualcosa del genere: "Sì possiamo". Il primo pollice in su che è arrivato è stato quello di Remco e subito dopo quello di Mattia Cattaneo. Giusto per dire che nessuno si sentiva poco bene prima della partenza».
Remco stava bene e anche i suoi compagni di squadra erano pronti, ma qualcosa è certamente accaduto in corsa e il campione belga, è arrivato sul traguardo della tredicesima tappa, con un ritardo di 27 minuti da Vingegaard, vincitore di giornata.
«Sull’Aubisque ho capito subito che qualcosa stava accadendo. Remco non ha la faccia da pokerista quando è sulla bici e riesco a leggere abbastanza bene le espressioni del suo viso. Ho rivisto la stessa faccia che aveva al Giro dopo la cronometro. La parola migliore che ho per descriverlo è "tirato". Spero sinceramente di non svegliarmi con la stessa realtà di allora: malattia – Covid. Non può accadere nuovamente».
Secondo Lefevere, il suo Remco ha semplicemente avuto una crisi, nello stesso modo in cui accade a tutti e anche i grandi corridori non sono esentati da questo genere di cose.
«Anche Eddy Merckx ha avuto delle crisi, Remco non può essere immune da una cosa del genere. Se guardiamo a quello che ha fatto dal 2022 ad oggi, possiamo dire che non ha avuto giornate così critiche».
E ancora: «Cercherò io per primo di capire cosa è successo a Remco. I nostri medici non sanno ancora cosa sia accaduto e io per primo non lo so. Dobbiamo aspettare e vedere come si sveglierà in salute o se dovrà entrare nell’ottica che tutto è possibile ma che niente è obbligatorio».
Per quanto riguarda le altre squadre, Patrick Lefevere non ha dubbi e la vittoria andrà sicuramente alla Jumbo-Visma. «La Jumbo-Visma deve solo decidere con chi vincerà questa Vuelta. Sepp Kuss, Primoz Roglic e Jonas Vingegaard sono tutt'altro che venuti dal nulla. Sono talenti di altissimo livello, con la combinazione perfetta di una macchina con carrozzeria leggera e un motore gigantesco. Roglic ha già vinto tre volte la Vuelta e una volta il Giro. Vingegaard ha due vittorie al Tour. Kuss è sempre uno dei più forti in salita. Quindi niente di nuovo sotto il sole spagnolo».