Sepp Kuss non è solo il compagno di squadra modello, ma è anche l’uomo che all’improvviso si prende la vittoria e lo ha dimostrato ieri, vincendo la sesta tappa della Vuelta di Spagna con arrivo all'Osservatorio Astrofisico di Javalambre. Per lo statunitense, questa è la terza vittoria di tappa in un grande giro ed è la seconda alla Vuelta, dopo il successo al Sanctuaire de l'Acebo nel 2019. Tra i suoi successi c’è anche la quindicesima tappa del Tour de France nel 2021, davanti ad Alejandro Valverde.
«La Vuelta è sempre stata una corsa speciale per me – ha detto Kuss -: volevamo entrare nella fuga solo per testare la Soudal Quick-Step. Sapevamo che sarebbe stata una giornata difficile da controllare. Eravamo davanti con Dylan van Baarle, Jan Tratnik e Attila Valter. Sono stati tutti bravissimi, devo ringraziarli per il lavoro che hanno fatto. Mi sono sentito benissimo tutto il giorno, pensavo solo a quando andare via per fare la differenza. Vincere una tappa è straordinario e la Vuelta per me è sempre stata una corsa speciale».
La maglia rossa è andata a Lenny Martinez e Sepp Kuss, che da ragazzo aveva un poster di Miguel Martinez, padre di Lenny, adesso è appena ad 8 secondi dal francese leader della classifica generale.
«Lenny Martinez? Avevo un poster di suo padre Miguel in garage. Durango (la città americana da cui viene Sepp Kuss) è una città molto legata alla mountain bike e il mio vecchio allenatore ci regalava sempre i poster delle vecchie stelle del ciclismo, tra cui John Tomac e il padre di Lenny Martinez. È davvero bello correre con suo figlio, ma mi rendo conto anche di quanti anni ho in più rispetto a questo ragazzo».
In questo 2023 Kuss è al suo terzo grande giro. A maggio aveva guidato Roglic verso la vittoria alla corsa rosa e poi al Tour è stato uno degli uomini più importanti per Jonas Vingegaard. Adesso il ragazzo di Durango ha la possibilità di essere capitano nella scuola e anche se i ruoli in Jumbo-Visma sembrerebbero già decisi, con Vingegaard e Roglic capitani, non è da escludere che Kuss, con il secondo posto in classifica generale, possa prendere i gradi di capitano, affiancando lo sloveno e il danese nella caccia alla vittoria.
«Mi piace correre sia per Roglic che Vingegaard, ma ovviamente è fantastico quando sono io a vincere la corsa. Mentre correvo sentivo alla radio che i nostri leader erano molto forti. Io mi sono trovato nel gruppo di testa con altri compagni e per questo eravamo i più forti. Vincere è stata una sensazione meravigliosa e ringrazio tutti i compagni per il grande lavoro fatto».