Ancora un secondo posto per Wout van Aert e ancora una volta è finito alle spalle del suo rivale di sempre Mathieu van der Poel, che oggi ha trionfato in solitaria sul traguardo di Glasgow. «Naturalmente non sto saltando dalla felicità – ha detto Van Aert - ma devo essere contento di questo risultato perché dentro di me non c’era altro. Mathieu è stato il più forte oggi, sono stato alla sua ruota, ma non riuscivo a tenerlo».
Senza ombra di dubbio Van der Poel è stato il più forte e anche quando è caduto, il gruppetto che inseguiva, ignaro della caduta dell’olandese, con Van Aert, Pogacar e Pedersen, non è riuscito a raggiungerlo.
«Anche gli altri ragazzi del gruppo che erano con me hanno capito subito che Mathieu era il più forte. Sono stato tra i primi sei per tutta la giornata. Solo chi stava davanti avrebbe avuto possibilità di arrivare per primo sul traguardo. Devo ringraziare tutti i ragazzi della squadra per avermi rimesso ogni volta nella giusta posizione. Penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro come squadra e tatticamente non abbiamo sbagliato nulla».
Alla fine Van Aert ha conquistato il secondo posto staccando Pedersen e Pogacar nel finale e lo sloveno con il danese si sono dovuti giocare il terzo posto in volata. «Ho visto che Pedersen non era molto sicuro in curva e volevo assolutamente prendere l'iniziativa sull'ultima salita, perché dopo c'erano solo curve fino al traguardo. Non credo di aver fatto troppo la differenza in quella salita, ma l'ho fatto sicuramente nelle curve».
In gara non era consentito usare le radioline e per questo Wout van Aert ha criticato fortemente l'UCI, perché il Mondiale è l’unica gara in cui le radioline non sono ammesse. «Non posso non essere critico sulla questione radioline, è una cosa che non fa più parte di questo ciclismo. Non ha senso che non ci sia comunicazione con la squadra nella corsa più importante dell'anno. Quando gli ambientalisti hanno interrotto la corsa, noi non sapevamo nulla. Eravamo fermi su una strada in mezzo a un campo senza sapere il perché e non ho mai saputo che Mathieu van der Poel era caduto».