Il Tour de France rispolvera i ricordi ciclistici di Ivano Fanini. Dopo 50 anni di dirigenza sportiva, 37 soltanto nel professionismo,per il dirigente lucchese è il momento di riepilogare. E di ricordare storie di campioni, ma anche di intuizione e caparbietà.
Una grande intuizione lo portò dal 1984 a far passare al professionism ciclisti quasi sconosciuti, valorizzandoli. In questi giorni pensi a Jonas Vingegaard e di conseguenza ai danesi, alla crescita che ha avuto il ciclismo scandinavo ad iniziare dal 1982, da quando iniziarono i rapporti di amicizia fra l'ex recordman dell'ora Ole Ritter e Ivano Fanini.
«Il primo corridore che mi propose Ritter fu Jesper Worre, oggi opinionista ciclistico televisivo di Eurosport. Da allora ne ho ingaggiati a decine tanto che il ciclismo danese si identificava nelle mie squadre dilettantistiche e professionistiche. E da allora il ciclismo danese è cresciuto fino a divenire uno fra i più importanti del mondo. Ed io ripenso ai grandi successi ottenuticon i vari Rolf Sorensen, Bjarne Riis), Jens Veggerby, Michael Petersen, Nicolaj Bo Larsen, Jorgen Marcussen, Alex Pedersen, Soren Nissen, Kim Eriksen, Soren Lilholt e altri ancora. Ma altrettanto posso dire di aver fatto con ciclisti australiani e svedesi».
Nei giorni scorsi un ex atleta di Fanini, il canadese Michael Woods, ha vinto in solitaria il tappone da Saint Léonard de Noblat al Puy de Dome.
«Era il 2014 quando lo tesserai per Amore & Vita-Selle SMP. Credetti in lui dopo che me lo indicò l'allora mio diesse Phil Cortes. Woods aveva tempi straordinari in atletica nel mezzofondo, ma quando Cortes lo vide pedalare notò la sua grande tenuta fisica soprattutto nelle salite. Gli feci firmare il contratto lo stesso. Non aveva esperienza ciclistica e questo lo penalizzò quando alla Coppi e Bartali in una tappa in cui era in fuga cadde rovinosamente in discesa impostando traiettorie sbagliate perché troppo rigido in sella. Le sue potenzialità furono però notate dalla 5-hour Energy che me lo portò via offrendogli un ingaggio importante prima che finisse la stagione, ed io gli concessi il nulla osta anche se aveva il contrattobiennale da neoprof con me. Lo lasciai andare per consentirgli una carriera più gloriosa. Negli anni successivi è riuscito a vincere anche due tappe alla Vuelta e si è piazzato al terzo posto del campionato del mondo vinto da Alejandro Valverde nel 2018».
Una fra le squadre più in vista al Tour è sicuramente la Israel-Premier Tech, l'attuale squadra di Woods, nella quale Ivano Fanini ha contatti diretti con il general manager Kjell Carlstrom. I due sono legati da una lunga amicizia perché anche Carlstrom ha dei precedenti vittoriosi con Amore e Vita, quando nel biennio 2003-04 colse 6 successi fra cui il campionato nazionale su strada.
«Ho un'infinità di ricordi - continua Fanini -: quando si parla di una nazione emergente è difficile che non ci siano stati rapporti con le mie squadre. Carlstrom era un buon corridore, un buon passista ed anche lui mi ha dato tante soddisfazioni vincendo corse importanti. Avevo previsto per lui un futuro luminoso da dirigente perchè aveva capacità di comunicazione e di motivazione e lo è diventato con Sylvan Adams, colui che fece partire partire il Giro d'Italia 2018 da Isarele».
da La Gazzetta di Lucca