Ancora una volta la sfortuna si abbattuta ancora una volta su Wout van Aert, che anche a Limoges ha sfiorato la vittoria. In questa ottava tappa il fiammingo è arrivato terzo alle spalle di Pedersen e Philipsen e questo è il secondo piazzamento dopo quello di San Sebastian. «È sempre frustrante quando non riesci a portare a termine il lavoro della tua squadra. Ho fatto l'errore di aspettare troppo che Mathieu e Jasper si muovessero. Mentre mi stavano superando io ero alla ruota di Christophe Laporte, ma ho dovuto frenare e sono arrivato dietro».
Nelle immagini della volata, si vede che Laporte ha avuto dei problemi e ha rallentato bruscamente e alle sue spalle Van Aert ha dovuto tirare i freni e partire in ritardo. Il fiammingo è stato autore di una straordinaria rimonta, ma nonostante il suo sforzo si è dovuto accontentare della terza posizione. «Ero sulla ruota di Laporte e lui si aspettava che passassi a destra, ma ho sbagliato, è stata colpa mia. Se oggi avevo le gambe per vincere? Le avrò per tutta la settimana».
La prima settimana di Tour come sempre è stata molto nervosa e qualcosa in casa Jumbo-Visma non ha funzionato e Van Aert, nonostante il grande impegno, ancora non è riuscito a conquistare una tappa. «La lotta per la maglia gialla è importante per noi e lo abbiamo detto dal primo giorno. La squadra è forte abbastanza per ottenere vittorie di tappa e anche la vittoria finale del Tour. Lavoreremo per Jonas, ma spero di togliere quello zero dalle mie vittorie di questo Tour».
Van Aert in questa Grande Boucle è arrivato con le idee molto chiare: non correrà per la classifica a punti ma solo per successi di tappa. C’è poi il secondo figlio in arrivo e se sua moglie dovesse partorire durante la corsa gialla, Van Aert ha già avvisato che farà subito rientro a casa. «Lavoreremo per Jonas, ma io sono venuto qui anche per vincere. Ogni giorno è una nuova opportunità, anche se per il momento c’è stata una maggioranza di no per me».
La vittoria è andata oggi all’ex iridato Pedersen e il belga della Jumbo-Visma, ha riconosciuto la superiorità dell’avversario. «È stato uno sprint duro e lungo e Mads è stato chiaramente il più forte, sapevo che oggi sarebbe stato lui l'uomo da battere».
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