La tappa numero otto del Tour de France, con arrivo a Limoges è stata insidiosa e nessuno sapeva come sarebbe stato il finale. Mads Pedersen è stato astuto e potente e oggi è riuscito a battere Jasper Philipsen, grande favorito di giornata.
«Questa mattina non sapevamo se sarebbe stato uno sprint o se una fuga sarebbe arrivata al traguardo. Ho provato a fare qualcosa anche io, ma quando ho visto che le squadre di velocisti non volevano lasciare andare la fuga, ho risparmiato energie per puntare allo sprint».
Pedersen è stato velocissimo e alle sue spalle sono arrivati Philipsen, che ha già conquistato tre tappe e veste la maglia verde, e Wout Van Aert, che ancora non è riuscito a tagliare per primo il traguardo in questo Tour.
«A 50 metri dal finale ho quasi mollato, ma sapevo che anche Philipsen aveva dato tutto. È stato uno sprint molto lungo, ma i miei compagni di squadra mi hanno posizionato bene. Avevo ancora le gambe fresche quando ho iniziato la volata. È bello aver vinto oggi, perché non dobbiamo aspettare di arrivare alla tappa numero 13 per provare a vincere una volata».
Quello di Limoges non era un classico traguardo per i velocisti e Pedersen ha fatto valere il suo spunto vincente in arrivi più mpegnativi. «Sprintare in salita in quel modo è molto difficile. A cinquanta metri dalla linea d’arrivo, le gambe mi facevano così male che sono stato costretto a sedermi, ma sapevo di potercela fare perché anche Jasper aveva fatto uno sforzo importante per rientrare. Che tu vinca di due metri o di un centimetro, al Tour non è importante. E’ importante solo vincere».
Oggi Mark Cavendish è caduto ed è stato costretto a ritirarsi. Sono tanti i messaggi di affetto e gratitudine che i corridori hanno voluto mandare al britannico, che purtroppo non potrà conquistare la sua trentacinquesima vittoria al Tour. Anche Pedersen dopo il traguardo ha voluto salutare Cavendish.
«È stato un onore aver corso con Cavendish. Deve ancora darmi una sua maglia, perché ci siamo promessi che ci saremmo scambiati le maglie. Mi dispiace per quello che è successo e spero di poter essere presente nella sua corsa di addio al ciclismo».
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