Elisa LONGO BORGHINI. 11. È la Regina, da me eletta dopo il suo trionfo alla Roubaix, ma è chiaramente la regina del ciclismo italiano tutto, per il suo palmares, la sua storia, la sua continuità e tante altre cose messe assieme che la rendono una delle cicliste italiane più forti di tutti i tempi. Sarebbe da dieci e lode, come sono solito dare e dire, ma per lei si fa un’eccezione, perché Elisa è eccezionale e con quello di oggi si porta a casa l’undicesimo titolo italiano in carriera: sette contro il tempo, quattro nelle prove in linea, ben sapendo che non è finita qui. Qui a Comano Terme, finisce tricolore dopo una volata pazzesca, in una corsa dura diventata durissima, anche se per la Regina tutto è semplice, come inanellare l’ennesima vittoria, l’ennesima maglia che non sorprende nessuno, men che meno i social media della Federciclismo, che ieri sera, con ventiquattro ore di anticipo, aveva già postato la doppietta della Longo abbinata a quella di Simone Velasco. Post per altro immediatamente rimosso, in attesa che fosse lei, la Regina, a riscrivere tutto, con calma e in bella grafia. Per la cronaca e per la contabilità familiare, Elisa raggiunge ed eguaglia mamma Guidina Dal Sasso, anche lei vincitrice di 11 titoli nazionali. Sempre per la cronaca, Elisa che fino all’altro ieri in una volata a tre sarebbe arrivata quarta, si è avvalsa degli insegnamenti del suo fidanzato Jacopo Mosca, che in allenamento, la costringe a sprintare ad ogni cartello di paese. Tanti cartelli, molti quadri con dentro maglie tricolori.
Silvia PERSICO. 9. La 25enne bergamasca di Alzano Lombardo era tra le grandissime favorite di giornata e non delude le attese, mettendo in scena una prova di assoluto livello. Arriva a giocarsi la maglia tricolore allo sprint e, forse, sulla carta era anche quella più veloce. Ma non aveva fatto i conti con la “nuova” Elisa Longo Borghini.
Marta CAVALLI. 7,5. Arriva chiaramente stanca e lo fa vedere sull’ultimo strappo di giornata, dove paga qualcosa, anche se poi Marta con la tigna di chi dispone, riesce a rientrare sulla coppia di testa (Longo-Persico) e a prendersi un podio che non è una consolazione, ma il premio per una giornata vissuta in ogni caso da protagonista.
Gaia REALINI. 10. Fa di tutto e di più, guidata da quel Paolo Slongo che in ammiraglia guida alla perfezione le sue tre ragazze (Ilaria Sanguinetti, la terza Trek Segafredo). Gaia è indemoniata, incontenibile e instancabile. Ha la “garra” che la anima e la ispira. Non teme nessuno. La campionessa tascabile è la nostra Vicente Trueba, la famosa pulce dei Pirenei. Lei non è una pulce, ma sarà vincente. Intanto si porta a casa la maglia tricolore delle Under'23.
Barbara MALCOTTI. 9. È il Filippo Magli di giornata, nel senso che Barbara è la vera sorpresa di questo campionato italiano. La 23enne trentina di Tione lotta fino alla fine con il meglio del ciclismo italiano. Anche lei, da oggi, ne potrà far parte a pieno diritto.
Francesca BARALE. 8. Ha soli 20 anni, ma pedala forte. Molto forte. Arriva sesta, ma il suo piazzamento vale tantissimo oggi, soprattutto per il suo domani.
Letizia PATERNOSTER. 6. Arriva alla fine settima ad oltre 3 minuti, in una corsa che le si addice davvero poco, fin troppo dura per lei. Un piazzamento che dice che è sulla buona strada per raccogliere qualcosa di prezioso nelle prossime settimane.
Erika MAGNALDI. 5,5. Tra le favorite della vigilia c’era anche lei, che alla fine non c’è. La si vede molto poco, ed è chiaramente l’unica che manca all’appello. Avrà modo di rifarsi.
Elena CECCHINI. 7. In fuga fin da subito con Elena Pirrone e Gaia Masetti. Le tre animano una corsa dura e parecchio selettiva. Non si risparmiano neanche un po’ e per questo vanno tutte e tre applaudite.
Eleonora CIABOCCO. 7. Ha appena 19 anni la marchigiana di Macerata. Un piccolo talento che fa intravvedere cose interessanti. Lasciamola crescere, ha tutto per arrivare in alto.
Marco SELLERI. 5. È uno dei signori ExtraGiro (l’altro è Marco Pavarini), che non è fuori dal giro, ma fa molto per il nostro sport. Innegabilmente è un punto di riferimento, uno dei pochi organizzatori rimasti, che andrebbero tutelati e accuditi e, francamente, forse la Federazione li ha anche mortificati oltremodo. Detto questo, visto che è un organizzatore e sa cosa significhi organizzare grandi eventi, non mi è piaciuto affatto la sua entrata a gamba tesa sugli amici del Gs Alto Garda, sul suo profilo facebook. Scrive Selleri: «Complimenti agli atleti e alle atlete!!! Percorso dell’Ultimo km pessimo non degno di un campionato italiano!! E le medaglie dove sono?».
Bene, sui complimenti mi allineo anch’io. Sulle medaglie non distribuite concordo che non sia stata una bella trovata da parte della Federazione, anzi, per quanto mi riguarda l’ho trovata una gran brutta scelta. Sull’ultimo chilometro di corsa io non ho trovato nulla di strano, così come il collegio di giuria e la Commissione Tecnica. Detto questo, caro Marco, da collega organizzatore è sempre cosa buona e giusta mantenere una rispettosa neutralità. Non è mai bello criticare chi si adopera come te per fare al meglio il proprio mestiere, soprattutto quando questo viene fatto con assoluta competenza e passione. Diciamo che l’ultimo chilometro del tuo post è stato un po’ Extra, nel senso di fuori dal contesto. Semplicemente fuori.