Greta Marturano sta vivendo un piccolo sogno e sta facendo i primi passi nel grande ciclismo che conta. La venticinquenne di Cantù parla poco anche a causa della sua timidezza, ma basta guardarla negli occhi per capire la passione che mette in tutto quello che fa. L’amore per il ciclismo è qualcosa di viscerale, magnetico, capace di farle compiere tanti sacrifici e di gettarsi all’avventura come quella incominciata ad inizio quando ha scelto di migrare in Olanda e accettare la sfida di correre per una squadra straniera.
La Fenix Deceuninck, il team al femminile dello squadrone di Mathieu Van Der Poel, l’ha accolta a braccia aperte riservandole un posto nella famiglia del ciclismo. Le differenze rispetto l’anno scorso sono state tante, primo tra tutte lo scoglio culturale che Greta ha però affrontato a testa alta, senza paura. «Inizialmente ero molto impaurita anche perché sono piuttosto timida, lo scoglio della lingua mi sembrava insormontabile, ma tutti si sono raccolti intorno a me dandomi una grande mano e facendomi sentire a casa. Nonostante siamo tutte di nazionalità diverse c’è la volontà di essere più unite che mai, già al primo ritiro abbiamo creato un gruppo affiatato che si basa sull’amicizia e la fiducia. Sono cambiate tante cose rispetto l’anno scorso, qui c’è una mentalità leggermente diversa perché sono maniacali in tutto, sull’alimentazione, l’allenamento, la disposizione di qualsiasi cosa, sono contenta di aver trovato un ambiente simile perché io sono esattamente cosi» ci ha spiegato Greta che ammette di vivere in un autentico sogno. È ancora all’inizio ma sta incominciando a prendere le misure all’interno di una squadra che sta letteralmente crescendo con lei. La Fenix Deceuninck (al tempo Alpecin Fenix) infatti era nata inizialmente per portare sulla strada le sue campionesse del ciclocross e solo nell’ultimo anno si è mossa per assoldare scalatrici e atlete per tentare l’assalto ai grandi giri. «Penso di essere l’inizio di una grande eccezione infatti solo da quest’anno si sono messi alla ricerca di scalatrici per fare classifica e fare da supporto a Yara Kestelinj.»
Da inizio anno non ha corso molto, meno di quindici giorni di gara, ma tutte competizioni di grande spessore. Per Greta sono arrivate le prime esperienze sulle Ardenne dove ha imparato a gestirsi e ad avere che fare con le grandi classiche del nord. «La filosofia della squadra è correre poche gare, ma essere al via di tutte quelle di spessore e di fare ottimi risultati - ha proseguito Greta - le corse del nord sono state delle esperienze incredibili e penso che mi abbiano fatto crescere in maniera eccezionale è in questo tipo di competizioni che si impara a muoversi nel gruppo e ci si rende conto di quanto sia importante il sacrificio. La squadra mi ha permesso di ambientarmi e di imparare tanto, non mi ha mai messo pressione lasciandomi libera di fare il mio risultato. Nel team ci sono già le atlete esperte nelle classiche, spesso mi sono messa a loro disposizione, ma ho anche potuto fare la mia corsa. Sinceramente ad inizio anno ero un po’ scettica, credevo che per me non ci sarebbe mai stato spazio e invece gara dopo gara, risultato dopo risultato ho finalmente trovato la mia dimensione. Fino all’anno scorso non avrei mai pensato di poter essere al via in gare di questo tipo e con atlete che sono ai vertici del ciclismo mondiale»
In questi giorni Greta è impegnata nel Tour de Suisse dove si sta facendo vedere pedalando tra le migliori. Si tratta di un test importante per la venticinquenne che viene da un periodo di altura e che si sta testando in vista del Giro donne. «In altura mi sono allenata davvero tanto facendo anche dei lavori specifici, rispetto all’anno scorso sono cambiate tante cose non tanto nella qualità quanto nella quantità degli allenamenti. Il nostro hotel era a 2000m di altezza e per raggiungerlo c’erano 18,9 km di salita; alcune volte ci caricavano a metà, ma solitamente ce la dovevamo fare tutta quanta, eravamo stanche morte ma non ci tiravamo indietro, prima si arrivava prima si poteva mangiare. I 14 giorni di ritiro mi sono serviti davvero tanto, in queste prime tappe del tour de Suisse ho avuto delle ottime sensazioni e sono speranzosa in ottica giro d’Italia. Un altro appuntamento importante sarà il campionato italiano, è bello mosso come piace a me, proverò a ritagliarmi un po’ di spazio e dimostrare quanto sono cresciuta» aggiunge la venticinquenne che ormai ci parla con il cuore in mano. Il pubblico svizzero applaude a gran voce appena sente il suo nome, intanto Greta monta in bici e si allontana pedalando, riprendendo posto nel suo piccolo sogno che si sta godendo giorno dopo giorno.
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