Al momento siamo ancora in una fase di mezzo, a quella della riflessione, anche se c’è chi sta lavorando ad un piano B, che porta inevitabilmente Antonio Tiberi lontano dalla Trek-Segafredo. Lo scenario più plausibile è una risoluzione del contratto (attualmente in essere fino al 2024). La brutta storia del gatto ucciso con un fucile ad aria compressa dal 21enne laziale il 28 febbraio scorso finisce quindi nel modo più duro da parte del team americano, che non avrebbe assolutamente apprezzato né il gesto né tantomeno le posizioni adottate successivamente dal ragazzo (l’intervista rilasciata a Le Iene pare essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso).
Come ha scritto ieri sera Ciro Scognamiglio su Gazzetta.it Tiberi «è stato condannato dal giudice a una multa di 4.000 euro, mentre il team aveva deciso di donare il suo stipendio di questo periodo ad associazioni per la difesa degli animali. E aveva fatto alcune raccomandazioni all’atleta, tra cui quella di non fare dichiarazioni pubbliche sulla vicenda: il mancato rispetto di alcune di queste raccomandazioni avrebbe creato questa distanza che non è stata colmata».
Quello che lascia ancor più attoniti è che contro Tiberi sono tra l’altro apparse nei giorni scorsi scritte a Mogliano Veneto in una sede della Segafredo ad opera di una associazione animalista: “Non reintegratelo”. E diversi striscioni nelle vicinanze dell’abitazione della casa dei genitori del ragazzo, per non parlare degli insulti dei leoni da tastiera che sono arrivati ad augurargli la stessa fine del gatto. Insomma, un gesto deprecabile, seguito da centinaia di reazioni altrettanto deprecabili.
A questo punto però entra in scena l’Uci, che sarà chiamata a breve a pronunciarsi sulla questione. Sarà possibile procedere ad un trasferimento a stagione in corso dal primo giugno? Forse sì, ma occorre una deroga. Diverse le squadre interessate, dalla DSM alla Astana, che sembra essere la più accreditata.