Duemilacinquecento metri. Sono quelli che collegheranno Collecchio ad Alberese e che trasformeranno il Parco della Maremma in una pista ciclabile ininterrotta da Talamone alla Diaccia Botrona. Un corridoio naturale, dunque umanitario, di una quarantina di chilometri nella terra dei butteri.
Duemilacinquecento metri entro giugno 2023. La promessa è stata annunciata da Simone Rusci, presidente del Parco della Maremma: l’accordo con la proprietà Vivarelli Colonna, i lavori di solo adeguamento (la strada – la Strada della Valentina - esiste già, ma è chiusa) a carico del Parco, il fondo in sterrato, il percorso lungo la ferrovia da Collecchio ad Alberese Scalo. Così poi i ciclisti non saranno più costretti a percorrere quel breve ma pericolosissimo tratto della Aurelia, due carreggiate a due corsie ma senza neppure la corsia di emergenza, dove si rischia la vita.
Il Parco della Maremma è già un’oasi protetta per chi va a piedi e in bici. Itinerari segnati, sentieri tracciati, aree curate, alcune zone con ingresso a pagamento, ma anche con la certezza di un’assistenza e di una cura particolari. E una segnaletica sentimentale che fa già la differenza. Fra ulivi e vigne, eucalipti e sughere, cavalli e volpi, farfalle e allocchi, chiese romaniche e torri di avvistamento.
“Un itinerario di fondamentale importanza – sostiene Rusci – per gli operatori turistici di Talamone, Collecchio e Alberese, ma anche per quelli del Comune di Magliano per sentirsi più coinvolti nelle attività del Parco”. E tutto questo sarà una parte del progetto della ciclopista tirrenica, curato dalla Regione Toscana, con lavori previsti nel 2024 e 2025. Maremma, che pedalata.
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