«Ieri, oggi, domani». È un evento all'insegna dell'ottimismo e del dinamismo tipici di Banca Mediolanum quello che ha appena lanciato il rinnovo della longeva partnership tra l'istituto bancario della famiglia Doris e il Giro d'Italia.
A Palazzo Biandrà, in pieno centro a Milano, il "padrone di casa" Massimo Doris insieme al presidente di RCS Sport Urbano Cairo hanno annunciato che la maglia del miglior scalatore del Giro sarà ancora azzurra, o per meglio dire azzurro Mediolanum, in un'edizione nella quale aggiudicarsela sarà particolarmente impegnativo.
A condurre l'elegante mattinata milanese il vicedirettore della Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi, alla presenza tra gli altri della signora Lina, moglie del compianto Ennio Doris, e della figlia Sara.
LE DICHIARAZIONI
Massimo Doris: «Passione ciclistica che parte da mio nonno Alberto e prosegue con mio papà Ennio, il ciclismo è lo sport per eccellenza in casa Doris. Da piccolo volevo la bici da corsa, papà mi diceva "quando arrivi al livello del mio braccio te la compro": un giorno, a 8 anni, mi chiese di accompagnarlo a comprare una bicicletta per mamma e a sorpresa la comprò anche a me. Ho sempre pedalato, ora il tempo è quello che è ma è un'attività che fa parte della mia vita. Nel 2003 abbiamo colto l'occasione di entrare nel Giro d'Italia come sponsor, negli anni abbiamo aggiunto la maglia azzurra e gli eventi che coinvolgono la nostra clientela. Ora siamo giunti al ventunesimo anno di questa unione tra business e passione, siamo orgogliosi di essere legati alla maglia che rappresenta le imprese in montagna. Il colore azzurro simboleggia non solo Banca Mediolanum, ma il nostro Paese, un'Italia che ha costruito se stessa sulla fatica e il lavoro. La maglia azzurra è la maglia italiana per antonomasia, in ogni sport. Noi come azienda abbiamo avuto tanto dal Giro, ma diamo anche tanto: è una collaborazione dai reciproci benefici. Cerchiate in particolare sul calendario domenica 21 maggio, in occasione della tappa di Bergamo, la pedalata da via Ennio Doris a Basiglio passando da casa di Gianni Motta fino al traguardo bergamasco.»
Urbano Cairo: «Il calcio è la mia passione sportiva più importante, ma il ciclismo mi è sempre piaciuto moltissimo: da ragazzino pedalavo su biciclette di quasi 15 chili in campagna, inscenando gare vere coi miei familiari. Il mio idolo era Felice Gimondi. Avevo una passione particolare per il Giro d'Italia e per la Sei Giorni di Milano, che aveva tra gli sponsor l'azienda dove lavorava mio padre. Amavo inoltre assistere alla punzonatura della Milano-Sanremo. Oggi il Giro è trasmesso in tutto il mondo ed è un formidabile veicolo promozionale per l'Italia: attraverso la Corsa Rosa vogliamo essere ambasciatori del nostro Paese. Vorrei vedere la Corsa Rosa davvero adottata dall'Italia, come avviene in Francia per il Tour de France: possiamo dare una mano al Paese a diventare il primo al mondo per turismo! Io e Ennio Doris eravamo "gemelli diversi", siamo entrati in affari con Silvio Berlusocni nello stesso anno, il 1981. Avere Mediolanum come compagni di viaggio è fantastico, come lo è assistere insieme al passaggio dei corridori e all'entusiasmo della gente sulle strade del Giro. Il mio sogno per il 2023 è rivedere la classifica decidersi all'ultimo, con suspence viva fino in fondo.»
Presenti per l'occasione grandi campioni di diversi periodi storici del ciclismo, testimonial di Mediolanum che in occasione delle tappe della Corsa Rosa pedalano sul percorso insieme a fortunati clienti della banca.
Francesco Moser: «Io pedalo coi clienti Mediolanum fin dalla prima edizione. Mi volle quel grande appassionato di Ennio Doris, che del passato ciclistico ne sapeva anche più di me. E io gli diedi l'idea di portare le persone a pedalare con noi testimonial: da lì sono arrivati Motta, qualche anno dopo Maurizio Fondriest (assente oggi all'evento milanese, ndr) poi Bettini e infine Ballan. Quest'anno sarà curioso sperimentare questo Monte Lussari dove si terrà la cronoscalata. Nelle nostre pedalate si possono usare sia bici muscolari che elettriche»
Gianni Motta: «Alle cene all'inizio eravamo tre tavoli, ora 350 persone, vuol dire che questa iniziativa di Mediolanum è cresciuta molto.»
Alessandro Ballan: «Sono entrato in una squadra dove ognuno dà il massimo per arrivare al risultato e regalare emozioni ai clienti. Il ciclismo è uno dei pochi sport che permette di praticarlo sugli scenari di un grande giro, su strade addobbate per l'arrivo di tappa, insieme ai propri beniamini. Stare all'interno del team Mediolanum mi consente di sentirmi ancora un professionista: sentire ancora pronunciare il mio nome a dodici anni dal mio ritiro è una sensazione unica.»
Paolo Bettini: «Banca Mediolanum sa creare momenti davvero emozionanti. Non è facile lavorare dentro a una corsa di tre settimane come il Giro d'Italia, ma è una macchina talmente rodata che quando ci arriva, pochi giorni prima, il file excel con tutti gli impegni, tutte le caselle sono perfettamente incastrate. Uno o due di noi coprono l'hospitality al mattino e in due-tre coprono le ultime ore di pedalata. Vogliamo così portare anche un messaggio importante per le persone e i tifosi di ciclismo meno fortunati. Poi chiudiamo le giornate con delle cene molto belle e divertenti, i Mediolanum Party, in location d'eccezione. Ricordo anni fa a Cuneo Gianni Motta alla fisarmonica, suonando e cantando insieme a Moser! Il Giro, di fatto, è il più grande evento popolare italiano: quale altro evento così prestigioso è itinerante su tutto il territorio?»
Fino alla gran sorpresa: l'ingresso nella squadra dei campioni Mediolanum di Dalia Muccioli, campionessa italiana Elite dieci anni fa: «Ricordo che sul diario delle medie avevo una foto di Bettini con su scritto "Paolo per me sei un mito" e trovarmi oggi nel suo stesso team è un onore pazzesco.»